Venceslao, Venezia, Rossetti, 1722

 SCENA III
 
 VENCESLAO e CASIMIRO
 
 VENCESLAO
 Casimiro, cotesta
70tua superba fierezza
 vuol privar te di un padre e me di un figlio.
 CASIMIRO
 Del tuo poter, de la mia vita, o sire,
 usa a tuo grado. Il soffrirò con questa
 che tu chiami fierezza ed è virtude.
75Ma che un basso vapore,
 che un mio servo, un Ernando
 mi sia rival, ch’e’ mi contenda e usurpi
 il possesso di un bene?
 Nol soffrirò. Sento che m’empie un core
80forte a ceder la vita e non l’amore.
 VENCESLAO
 Vedrem ciò che far possa
 mio malgrado il tuo amor. Ma sappi intanto
 che un reo vassallo arma di un re lo sdegno
 e che prima che a te fui padre al regno.
 
85   Un’alma regnante
 del nume volante
 non tema lo strale.
 
    Al fasto d’un regno
 l’invidia, lo sdegno
90non giova, non vale.