Venceslao, Torino, Gattinara, 1721

 SCENA X
 
 ERNANDO frettoloso e li sudetti
 
 ERNANDO
 Presto, signor, cingi lorica ed elmo,
 rompi ogni indugio ed arma
1170di acciar la destra e di costanza il core.
 VENCESLAO
 Che fia? Che apporti?
 ERENICE
                                           O dei! Che avvenne?
 ERNANDO
                                                                                   Il prence...
 VENCESLAO
 Morì. Per esser giusto
 già finii di esser padre.
 ERNANDO
                                             Ah se riparo
 tu non cerchi al periglio,
1175la corona perdesti e non il figlio.
 VENCESLAO
 Che? Vive Casimiro?
 ERNANDO
                                          E vivo il vuole
 la milizia, la plebe ed il Senato.
 Sono infranti i suoi ceppi,
 fugati i tuoi custodi, al suol gittati
1180i funesti apparati e del tumulto
 non ultima è Lucinda.
 Ognun grida, ognun freme; e se veloce
 tu non vi accorri, invano
 freno si cerca al popolo feroce.
 VENCESLAO
1185Sì sì, popoli, Ernando,
 Erenice, Lucinda, (Passeggiando furioso)
 dover, pietà, legge, natura, a tutti
 soddisferò, sodisferò a me stesso;
 sieguami ognuno. Il mondo
1190apprenderà da me
 ciò che può la pietade in cor di padre,
 ciò che può la giustizia in cor di re.
 
    L’arte, sì, del ben regnar
 da me ’l mondo apprenderà.
 
1195   Ei vedrà che so serbar
 la giustizia e la pietà.