Venceslao, Torino, Gattinara, 1721

 SCENA III
 
 ERNANDO ed ERENICE
 
 ERNANDO
 Principessa, a te viene
935un amico, un amante
 ad unir le sue pene al tuo dolore.
 ERENICE
 Di vendetta si parli e non di amore.
 ERNANDO
 Vendetta, sì, vendetta
 anch’io voglio, anch’io giuro
940del prence a la tradita ombra diletta.
 ERENICE
 Quanto mi piace l’odio tuo!
 ERNANDO
                                                    Lo irrita
 amor nel tuo dolore.
 ERENICE
 E pur ritorni a favellar d’amore.
 ERNANDO
 Amor che non offende
945né la tua fé né l’amistà di Ernando
 non può irritarti. I mali tuoi nol fanno
 più ardito e baldanzoso. Egli è ben forte
 ma disperato.
 ERENICE
                             E s’egli è tal, lo accetto.
 Disperato è anche il mio.
 ERNANDO
                                                Tale il prometto.
 ERENICE
950Ti ricevo or compagno
 nel mio furore.
 ERNANDO
                               Andiamo. Io più di un seno
 ti additerò dove infierire.
 ERENICE
                                                 Andiamo.
 Ma tua sola mercede
 fia ch’Erenice a l’amor tuo dà fede.
 
955   Sarà gloria a la costanza
 il dover senza mercede
 sospirar, languir per me.
 
    La speranza del gioire
 non dà luogo a un fier martire
960toglie il merito a la fé.