Venceslao, Torino, Gattinara, 1721
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Copia
SCENA VIII
CASIMIRO ed ERENICE
ERENICE
Prence.
CASIMIRO
Mia cara.
ERENICE
Anche per te sia questo
l’ultimo addio che da Erenice or prendi.
CASIMIRO
Come?
ERENICE
L’amor di Ernando
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grave offesa è al tuo grado.
L’amor di Casimiro
più grave offesa è a l’onor mio.
CASIMIRO
Perché?
ERENICE
Erenice è vassalla e tu sei re.
CASIMIRO
Tua beltade ha l’impero
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sul cor di Casimiro.
ERENICE
Il mio divieto
dunque ti sia comando.
CASIMIRO
Questo è il tuo sol comando
cui ubbidir non posso.
ERENICE
Che dunque brami?
CASIMIRO
Amore.
ERENICE
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Questo è il tuo sol desio
cui né ubbidir né compiacer poss’io.
Non amarmi, non pregarmi.
So che inganni, non t’amerò.
Usa lusinghe e vezzi,
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tenta minacce e sprezzi,
alma per te non ho.