Venceslao, Genova, Franchelli, 1717 (Il Venceslao)

 SCENA XIII
 
 LUCINDA e detti
 
 LUCINDA
320Del sarmatico cielo inclito Giove,
 per cui la fredda Vistula è superba
 più dell’Istro e del Tebro,
 re, la cui minor gloria è la fortuna,
 quella, ch’estinto il genitor Gustavo
325di Lituania or regge
 le belle spiagge, il fertil suol, Lucinda,
 a te, la cui gran fama
 non v’è cui nota, o Venceslao, non sia,
 per alto affar me suo ministro invia.
 VENCESLAO
330Di sì illustre regina,
 la cui virtù sublime
 è fregio al debol sesso, invidia al forte,
 ch’io servir possa a’ cenni è mia gran sorte.
 CASIMIRO
 (O dei! Fia meglio allontanarmi).
 LUCINDA
                                                               Arresta,
335prencipe, i passi. A quanto
 dir mi riman, te vo’ presente.
 CASIMIRO
                                                        (O inciampo!)
 ERNANDO
 (Si turba).
 ALESSANDRO
                       (E impallidisce).
 CASIMIRO
 Costui, signor, mente l’ufficio e ’l grado.
 LUCINDA
 Io mentir, Casimiro?
340Questo che al re presento
 foglio fedel, questo dirà s’io mento.
 ERNANDO
 (Che sarà mai?)
 ALESSANDRO
                                 (Legge e minaccia).
 VENCESLAO
                                                                       (O note!)
 CASIMIRO
 (Nieghisi tutto a chi provar nol puote).
 VENCESLAO
 (Che lessi?) Ah figlio, figlio, opre son queste
345degne di te? Degne del sangue ond’esci?
 Tu cavaglier? Tu prence?
 CASIMIRO
 A che?
 VENCESLAO
                Prendi e rimira.
 Que’ caratteri impressi
 son di tua man? Li riconosci? Leggi;
350leggi pure a gran voce e del tuo errore
 dia principio alla pena il tuo rossore.
 CASIMIRO (Legge)
 «Per quanto ha di più sacro,
 il prence Casimiro a te promette
 la marital sua fede,
355a te, Lucinda, erede
 del regno lituano;
 e segna il cor ciò che dettò la mano».
 ERNANDO
 (Infido cor!)
 VENCESLAO
                          Leggesti? A qual difesa
 tua innocenza commetti?
 CASIMIRO
360Or ora il dissi. Un mentitore è questi,
 signor. Mentito è ’l grado,
 mentito il ministero. Io né giurai
 a Lucinda la fede
 né vergai questo foglio
365né promisi imenei
 né mai la viddi o pur ne intesi.
 LUCINDA
                                                           (O dei!)
 CASIMIRO
 E perché alcun della mendace accusa
 testimon più non resti,
 lacerato in più parti
370or te, foglio infedele, il piè calpesti.
 VENCESLAO
 Tant’osi?
 LUCINDA
                    Casimiro,
 mentitor me dicesti. In campo chiuso
 a singolar tenzone
 forte guerrier per nascita e per grado
375tuo egual, che meco io trassi
 da’ lituani lidi,
 per mia bocca or t’invita
 e tua pena sarà la tua mentita.
 CASIMIRO
 Il paragon de l’armi io non ricuso.
 LUCINDA
380Anzi che cada il sole,
 tu, re, il concedi.
 VENCESLAO
                                 Assento
 e spettatore io ne sarò.
 LUCINDA
                                            Ti aspetto
 colà al cimento.
 CASIMIRO
                               Ed io la sfida accetto.
 LUCINDA
 
    T’attendo in campo armato,
385mendace cavalier,
 ingrato amante.
 
    Colà decida il fato
 s’io sono menzogner,
 se tu incostante.