Venceslao, Genova, Franchelli, 1717 (Il Venceslao)

 SCENA VII
 
 Atrio corrispondente agli apartamenti di Erenice.
 
 ERENICE, poi ALESSANDRO ed ERNANDO
 
 ERENICE
 Povero cor, tu palpiti
200presago del tuo duol.
 Taci Erenice. Il caro ben qui giunge
 e seco il duce, il solo
 testimonio fedel del nostro amore;
 brama sì di goder ma taci, o core.
 ERNANDO
205Bella Erenice.
 ERENICE
                             Invitto Ernando.
 ERNANDO
                                                              (O vista!)
 ERENICE
 A l’ombra de’ tuoi lauri
 la comun libertà posa sicura.
 ALESSANDRO
 E de’ tuoi rischi il nostro bene è l’opra.
 ERNANDO
 Se voi lieti non rendo,
210nulla oprai, nulla ottenni. Egli ha gran tempo
 che ardono del tuo bello, e ben tu ’l sai,
 Casimiro e Alessandro;
 questi, temendo il suo rival germano,
 nascose il fuoco e col mio labbro espose
215le sue fiamme amorose.
 L’odio di Casimiro,
 credutomi rival, tutto in me cadde
 e in me sol rispettò l’amor paterno.
 La Moldavia rubella
220m’esentò da la reggia. Io vinsi e ’l prezzo
 esser dovea Erenice,
 sol per render voi lieti (e me infelice).
 ERENICE
 Cor generoso!
 ALESSANDRO
                             E grande!
 ERNANDO
 Godea che a me tenuti
225foste di tanto. Casimiro allora
 fremé, s’oppose, minacciò. Compiacqui
 al suo furor, tolsi congedo e tacqui.
 ERENICE
 Perfido.
 ERNANDO
                  Or la dimora
 è commune periglio.
 ALESSANDRO
230Ma quale è il tuo consiglio?
 ERNANDO
 Ne la vicina notte
 datevi fé di sposi.
 ALESSANDRO
                                   E poi?
 ERNANDO
                                                  Riparo
 non avrà ’l fatto. Al mio consiglio, al nodo
 non disuguale il padre
235darà l’assenso, al mio rival germano
 sarà impotente ogni furore o vano.
 ALESSANDRO
 Me fortunato appieno,
 se tu v’assenti!
 ERENICE
                              Oh dio!
 ALESSANDRO
 Che paventi, Erenice?
 ERENICE
240Questo mio così tosto esser felice.
 ALESSANDRO
 Temi il mal, non il bene.
 ERENICE
 Offendo il grado mio.
 ALESSANDRO
                                          Prendi, mia vita,
 sposa mi sei. Ne l’atto sacro invoco
 l’amor, la fede, Ernando.
 ERENICE
245Ti cedo e sposa ecco t’abbraccio.
 ERNANDO
                                                            Parti,
 pria che ’l german qui ti sorprenda.
 ALESSANDRO
                                                                   Addio.
 Verrò cinto da l’ombre
 a darti il primo maritale amplesso.
 ERNANDO
 (Io fui del mio morir fabro a me stesso).