Il Tirsi, Venezia, Nicolini, 1696

 SCENA VII
 
 DAFNE e poi NICEA
 
 DAFNE
 Che di atroce e funesto
 mi presagisce il cuor? Nel mio bel Tirsi
 ei non vede che piaghe. O ninfe, o fiere,
815più d’ogni angue spietate e d’ogni tigre,
 se un mal nato furore
 nel sen di Tirsi a incrudelir vi spinge,
 me venite a svenar che l’ho nel cuore. (Sopraggiunge Nicea)
 Ninfa, vedesti Tirsi? (A Nicea)
 NICEA
                                         Io vidi...
 DAFNE
                                                           E dove?
820Deh, dillo per pietà.
 NICEA
                                       Vidi... M’ascolta. (Madrigale boschereccio)
 
    Dormia Cupido e vidi
 un’ape che ’l piagò.
 Amor, che si svegliò pien di spavento,
 disse a la madre: «Quanto duolo io sento!»
825Rise Ciprigna e disse:
 «Un’ape ti trafisse
 e ti duol tanto. O quanto son peggiori,
 figlio, i tuoi strali in dar tormento a’ cuori!»