Venceslao, Roma, Bernabò, 1716 (Il Vincislao)

 SCENA VII
 
 ERNANDO ed ERENICE con ferro alla mano
 
 ERENICE
 Tutta è cinta dal popolo feroce
 la sarmatica reggia; ognun la vita
1385chiede di Casimiro;
 teco fra lor passai né fu chi ’l guardo
 torvo a noi non volgesse. Ancor nel petto
 mi trema il cor.
 ERNANDO
                                Sì presto
 si avvilisce il tuo sdegno?
 ERENICE
1390No no, mora il crudele e pera il regno.
 ERNANDO
 Pera anche il re ma ’l colpo
 esca dalla tua mano.
 ERENICE
 Io svenar Vincislao?
 ERNANDO
 Sì, quelle son le reggie stanze.
 ERENICE
                                                         Ernando,
1395cerco vendetta e non infamia.
 ERNANDO
                                                        Il ferro,
 che dee passar nel sen del figlio, ha prima
 in quel del padre a penetrar; che importa
 che tu ’l comandi o ’l vibri?
 ERENICE
 Come, val tanto adunque
1400d’un reo la vita?
 ERNANDO
                                 Parmi
 tutta incendio e tutt’armi
 veder la reggia; ahi dove andranno, dove
 l’ire a cader, su te cadran, su te,
 misera patria e miserabil re!
 ERENICE
1405Ma che dee farsi?
 ERNANDO
                                   Al sol pensarvi io tremo,
 sudo, m’agghiaccio. Io primo offeso, io primo
 rinunzio alla vendetta e getto il ferro.
 Generosa Erenice,
 nel tuo dolor la tua ragione ascolta.
1410Perdona a Casimiro, anzi perdona
 alla patria, al monarca, alla tua gloria.
 Con sì bella vendetta
 meglio noi placherem l’ombra diletta.
 ERENICE
 Io dar perdono? Ernando...
 ERNANDO
1415S’apre l’uscio real; vanne ed implora
 al regio piè...
 ERENICE
                           Vuo’ pensar meglio ancora.
 
    Lasciatemi un momento,
 pensieri di vendetta,
 in pace il cor.
 
1420   Se il braccio mio s’affretta,
 lo sdegno suo pavento
 più che l’altrui furor.