Venceslao, Roma, Bernabò, 1716 (Il Vincislao)

 SCENA XVIII
 
 ERNANDO solo
 
 ERNANDO
 Di così strani casi
 il fin qual fia? Sarà pietoso o giusto
 il real genitore?
 Temo ancor la pietà di quel gran core.
1095Ma tu che pensi Ernando? Vendicarti?
 Ma dove? In chi, nell’uccisor fratello?
 La fierezza del colpo
 cadria nel padre e non saria vendetta.
 Ma Erenice il vuol morto e il suo furore
1100dei lusingar per ottenere amore?
 No no, più generoso
 ti voglio, Ernando. A preservar si attenda
 l’erede alla corona, il figlio al padre.
 A l’ombra d’Alessandro
1105diam lagrime, non sangue. Andiam gli sdegni
 a placar d’Erenice.
 In sì nobili sensi
 l’alma s’impieghi e all’amor suo non pensi.
 
    Sospendi, o fido core,
1110le brame del tuo amore
 e servi a quel dover
 che è figlio di virtù.
 
    Prove d’onor, di fede
 il ciel da te richiede;
1115sia questo il tuo piacer
 e non cercar di più.