Venceslao, Roma, Bernabò, 1716 (Il Vincislao)

 SCENA XV
 
 LUCINDA con seguito e detti
 
 LUCINDA
 Del sarmatico cielo inclito Giove,
 per cui la fredda Vistula è superba
420più dell’Istro e del Tebro,
 re, la cui minor gloria è la fortuna,
 quella che, estinto il genitor Gustavo,
 di Lituania or regge
 le belle spiaggie, il fertil suol, Lucinda,
425a te, la cui gran fama
 non v’è cui nota, o Vincislao, non sia,
 per alto affar me suo ministro invia.
 VINCISLAO
 Di sì illustre donzella,
 la cui virtù sublime
430è freggio al debil sesso, invidia al forte,
 ch’io servir possa a’ cenni è mia gran sorte.
 CASIMIRO
 (Oh dei! Fia meglio allontanarmi). (In atto di partire)
 LUCINDA
                                                                  Arresta,
 principe, i passi, a quanto
 dir mi riman, ti vuo’ presente.
 CASIMIRO
                                                          (Oh inciampo!)
435Costui, signor, mente l’uffizio e ’l grado.
 LUCINDA
 Io mentir, Casimiro?
 Questo che al re presento
 foglio fedel, questo dirà se io mento. (Lucinda porge al re una lettera che sembra di credenza, il re l’apre e leggendola guarda il figlio)
 (L’empio si turba e impallidisce).
 VINCISLAO
                                                                (Oh note!)
 CASIMIRO
440(Nieghisi tutto a chi provar nol puote).
 VINCISLAO
 (Che lessi!) Ah figlio, figlio, opre son queste
 degne di te, degne del sangue ond’esci?
 Tu cavalier? Tu prence? (Scende dal trono)
 CASIMIRO
                                               A che?
 VINCISLAO
                                                              Rimira, (Gli dà la lettera)
 quei caratteri impressi
445son di tua man? Li riconosci? Leggi.
 Leggi pure a gran voce e del tuo errore
 dia principio alla pena il tuo rossore.
 CASIMIRO
 «Per quanto ha di più sacro, (Legge)
 il prence Casimiro a te promette
450la marital sua fede,
 a te, Lucinda, erede
 del regno lituano;
 e segua il cor ciò che dettò la mano».
 LUCINDA
 (Infido cor).
 VINCISLAO
                          Leggesti? A qual difesa
455tua innocenza commetti?
 CASIMIRO
                                                 Or ora il dissi,
 un mentitore è questi.
 LUCINDA
                                            (Oh dei).
 CASIMIRO
 E perché alcun de la mendace accusa
 testimon più non resti,
 lacerato in più parti
460or te, foglio infedele, il piè calpesti. (Straccia in mille parti la carta e la calpesta)
 VINCISLAO
 Tant’osa?
 LUCINDA
                     Casimiro,
 mentitor mi dicesti? In campo chiuso
 a singolar tenzone
 forte guerrier per nascita e per grado
465tuo egual, che meco io trassi
 da’ lituani lidi,
 per mia bocca or t’invita
 e tua pena sarà la tua mentita.
 CASIMIRO
 Il paragon dell’armi io non ricuso.
 LUCINDA
470Anzi che cada il sole,
 tu, re, il concedi.
 VINCISLAO
                                 Assento
 e spettatore io ne sarò.
 LUCINDA
                                            T’aspetto
 colà al cimento.
 CASIMIRO
                               Io la disfida accetto.
 LUCINDA
 
    T’attendo in campo armato,
475mendace cavalier,
 ingrato amante.
 
    Colà decida il fato
 s’io sono menzogner,
 se tu incostante.
 
 VINCISLAO
480Casimiro, innocente
 vorrebbe e pur non sa crederti il core;
 guarda che dell’errore
 parto non siano un dì le tue ruine,
 che de’ superbi è sempre infausto il fine.