Venceslao, Roma, Bernabò, 1716 (Il Vincislao)

 SCENA XIII
 
 GILDO e poi GERILDA
 
 GILDO
 Non so più dove andare,
340non so dove girare,
 non c’è alcun buco in corte
 ove non sono entrato
 e pur Gerilda ognor m’ha seguitato.
 Oh perfida mia sorte,
345tu sei troppo arrabiata e non t’adulo,
 non so che far per tormela d’appresso.
 GERILDA
 Pur mi sarà permesso
 dirti quattro parole.
 GILDO
 Vosignoria che vuole?
 GERILDA
350Lascio da parte molto
 che dir dovrei; perché hai tu attestato
 il nome di Gerilda esserti ignoto?
 GILDO
 In quanto al nome sol, io mi ci accordo,
 poiché se mal, se mal non mi ricordo,
355in un libro l’ho letto;
 ma poi circa al suo aspetto
 non l’ho veduto mai
 né già mai ci parlai.
 GERILDA
 Come non la vedesti?
360Come non ci parlasti?
 Se in Lituania amor le promettesti,
 fedeltà le giurasti
 e ten partisti poi tutto piangente,
 promettendo tornar.
 GILDO
                                        Menti.
 GERILDA
                                                       Chi mente? (Cava la spada)
 GILDO
365Né ment’io per la gola.
 (Vo’ maledir quando ne fu parola).
 GERILDA
 Dunque tu la conosci?
 GILDO
 Mi par...
 GERILDA
                   Non c’è mi par, di’, la conosci?
 GILDO
 (Quel ferro mi spaventa.
370Tremo da capo a piè).
 GERILDA
 Tu tremi? E che cos’è?
 GILDO
 Patisco certo male
 che qualora m’assale
 m’è necessario far molto essercizio
375e consultato il medico m’ha detto:
 «Se tu non vuoi tremare,
 camina pure e mai non ti fermare».
 GERILDA
 Qui medico non v’è né medicina;
 di’, conosci Gerilda?
 GILDO
380Di’ ciò che vuoi ch’io dica
 che il dirò, che in me manca la favella.
 GERILDA
 Gerilda non son io?
 GILDO
                                       Sì che sei quella.
 GERILDA
 Ah infedele e negasti...
 GILDO
 Basti, Gerilda, basti.
 GERILDA
385Di conoscermi tu.
 GILDO
 Gerilda, oh dio, non più.
 GERILDA
 Ora ti voglio uccidere.
 GILDO
 Pietà, ben mio, pietà.
 GERILDA
                                          (Mi fa pur ridere).
 GILDO
 
    Infodera, ben mio.
 
 GERILDA
 
390Non voglio infoderar.
 
 GILDO
 
    Ti modera, cor mio.
 
 GERILDA
 
 Non mi vuo’ moderar.
 
 GILDO
 
    Io sono già pentito.
 
 GERILDA
 
 Pentito?
 
 GILDO
 
                   E ripentito,
395non farmi più tremar.
 
 GERILDA
 
 Ti voglio sodisfar. (Pone dentro la spada)
 
    Crudel mi fosti.
 
 GILDO
 
                                   È vero.
 
 GERILDA
 
 Pria mi negasti...
 
 GILDO
 
                                  È vero.
 
 GERILDA
 
 Meco fingesti.
 
 GILDO
 
                             È vero.
 
 GERILDA
 
400Poi ti pentisti.
 
 GILDO
 
                             È vero.
 
 GERILDA
 
 Ora tu m’ami?
 
 GILDO
 
                              A questo
 c’è tempo di pensar.
 
 GERILDA
 
 E il brando ardito e lesto
 ritorno a sfoderar. (Cava la spada)