Venceslao, Roma, Bernabò, 1716 (Il Vincislao)

 SCENA X
 
 CASIMIRO, ERENICE ed ERNANDO
 
 ERENICE
280Qual favellar?
 CASIMIRO
                             Felici amanti, il mio
 importuno venir tosto non privi
 del piacer d’una vista i vostri lumi.
 ERENICE
 Se sai d’esser molesto, a che ne vieni?
 CASIMIRO
 Perché rispetti Ernando
285sugl’occhi d’Erenice un mio comando.
 ERNANDO
 E qual fia mai?
 CASIMIRO
                               Da lei che adori or prendi
 l’ultimo addio.
 ERNANDO
                              Perché?
 CASIMIRO
 Perché Ernando è vassallo ed io son re.
 ERNANDO
 L’amar beltà che tu pur ami, o prence,
290non è offesa al tuo grado,
 è omaggio che si rende al bel che piace;
 nell’amor mio son giusto e non audace.
 CASIMIRO
 E giusto anch’io sarò in punirti; a troppo
 tua baldanza s’inoltra. (In atto di por mano alla spada)
 ERENICE
                                            E a troppo ancora
295ti trasporta lo sdegno.
 Partiti, o duce.
 ERNANDO
                              Addio, signor, per poco
 tempra o sospendi almen l’odio mortale.
 Entro al venturo giorno
 non sarò, qual mi credi, il tuo rivale.