Venceslao, Napoli, Muzio, 1714 (Vincislao)

 SCENA XVI
 
 GILDO e detti
 
 GILDO
 Presto, signore, a l’armi.
 VINCISLAO
 Gildo, che fia?
 ERENICE
                              Oh dei!
 ERNANDO
                                               Che avvenne?
 GILDO
                                                                           Il prence...
 VINCISLAO
1960Morì? Per esser giusto
 già finii d’esser padre.
 GILDO
                                            Oh non è questo.
 È più grave il periglio,
 la corona perdesti e non il figlio.
 VINCISLAO
 Che? Vive Casimiro?
 GILDO
                                          E vivo il vuole
1965la milizia, la plebe ed il Senato;
 gl’hanno rotto li ceppi e nel tumulto
 è fra gl’altri Lucinda
 che tutta brava e fiera
 sembra la dea guerriera.
 VINCISLAO
1970Sì sì, popoli, Ernando,
 Erenice, Lucinda, (Da sé passeggiando)
 dover, pietà, legge, natura, a tutti
 sodisfarò, sodisfarò a me stesso.
 Seguami ognuno. Il mondo
1975apprenderà da me
 ciò che può la pietade in cor di padre,
 ciò che può la giustizia in cor di re.
 
    La giustizia con l’amore,
 la clemenza col rigore
1980sul mio soglio si vedrà.
 
    Come padre e re dal trono
 saprò al figlio dar perdono,
 saprò usar la crudeltà.