Venceslao, Napoli, Muzio, 1714 (Vincislao)

 SCENA IX
 
 LUCINDA
 
 LUCINDA
 Correte a rivi, a fiumi, amare lagrime.
 Tolto da me lo sposo
 ha l’ultimo congedo.
 Più non lo rivedrò. Barbaro padre!
1705Miserabile sposo! Ingiusti numi!
 Su, lagrime, correte a rivi, a fiumi.
 Ma che giova qui il pianto? A l’armi a l’armi.
 Già che tutto disperi,
 tutto ardisci, o Lucinda, apriti a forza
1710ne la reggia l’ingresso. Ecco, già parmi
 di svenare il tiranno,
 di dar morte a’ custodi,
 di dar vita al mio sposo e d’abbracciarlo
 fuori di ceppi... Ahi, dove son? Che parlo?
 
1715   Parlo... Ma si confonde
 sopra le labbra il cor
 e un rio dolor risponde:
 «Oggi il tuo ben morrà».
 
    Sono... senza il mio bene,
1720sola col mio martoro
 e parmi che ristoro
 sol morte mi darà.