Venceslao, Napoli, Muzio, 1714 (Vincislao)

 SCENA XVI
 
 LUCINDA, VINCISLAO e ERNANDO
 
 LUCINDA
 Nel dì venturo a morte?
 Perdona, o re, di Casimiro il capo
1280con l’amor mio da le tue leggi esento.
 È re di Lituania,
 tal lo dichiaro e come re né dee
 né può d’altro regnante esser soggetto
 al giudizio, a le leggi;
1285rispetta il grado e il tuo rigor correggi.
 VINCISLAO
 Regina, in far la colpa
 re Casimiro ancor non era. Egli era
 mio suddito e mio figlio,
 tal lo condanno. Il grado, a cui l’inalzi,
1290lo trova reo, lo trova
 vittima del suo fallo,
 suddito de le leggi.
 Rispetta il giusto e l’amor tuo correggi.
 LUCINDA
 Misero Casimiro,
1295Vincislao vive e tu perdesti il padre.
 Più misera Lucinda,
 muore il tuo sposo e ’l tuo dolor pur vive.
 Questa, o regnante, questa è la tua fede?
 Così mi sposi al figlio?
1300Casimiro mi rendi?
 Oh dal figlio, oh dal padre,
 oh due volte ingannata alma infelice!
 VINCISLAO
 (De la real promessa
 or mi sovvien. Ch’ella s’adempia è giusto;
1305ma la giustizia offesa? E la mia fede?
 Mora il reo figlio, mora).
 ERNANDO
                                                (Oh dei! Che pensa?)
 VINCISLAO
 (Ma s’ei muore, a Lucinda
 le mie promesse come
 serbar potrò?)
 LUCINDA
                              Spenta è per me pietade.
 VINCISLAO
1310Regina, il pianto affrena. A la promessa,
 a l’onor tuo sodisferassi... Ernando.
 ERNANDO
 Sire.
 VINCISLAO
             Dal duro uffizio
 già ti dispenso.
 ERNANDO
                               Io l’ubbidia con pena.
 LUCINDA
 Mio cor, respira.
 VINCISLAO
                                 Andiamo;
1315al colpevole figlio
 rechiamo gl’imenei.
 LUCINDA
 Ma se ’l prence al mio amore
 persiste ingrato...
 VINCISLAO
                                   Eh, non temer, regina,
 sarai sua sposa e serberò la fede.
 LUCINDA
1320Lieta gode quest’alma e più non chiede.
 VINCISLAO
 Ma prepara il tuo core ardito e forte
 a’ nuovi assalti di variabil sorte.