Venceslao, Napoli, Muzio, 1714 (Vincislao)

 SCENA XIII
 
 ERENICE e detti
 
 ERENICE
1155Signor, che il tuo potere (S’ingenocchia a’ piedi di Vincislao)
 fra giustizia e pietà libri egualmente,
 difensor de le leggi,
 scudo de l’innocenza,
 giusto re, giusto padre, ecco a’ tuoi piedi,
1160principessa dolente,
 chiedo la mia vendetta,
 chiedo la tua, lagrime chiedo e sangue;
 ti vo’ giudice e padre. Ah! Rendi al mondo
 a pro del giusto ed a terror de l’empio
1165di virtù, di fortezza un raro esempio.
 VINCISLAO
 Sorgi, Erenice, e la vendetta attendi
 che il tuo dolor mi chiede.
 ERENICE
 Qual io sia ben t’è noto.
 VINCISLAO
                                              A’ tuo’ grand’avi
 quel diadema ch’io cingo ornò le tempia.
 ERENICE
1170Senza offenderti, o sire,
 amar potea l’un de’ tuoi figli?
 VINCISLAO
                                                        Amore
 non è mai colpa ove l’oggetto è pari.
 ERENICE
 Del pari ambo i tuoi figli
 per me avvampar; ma il foco
1175fu senso in Casimiro,
 fu virtù in Alessandro;
 piacque ’l pudico amante, odiai l’impuro.
 Amor, che strinse i cori,
 strinse le destre e fu segreto il nodo
1180per tema del rival, non per tua offesa.
 CASIMIRO
 (Mio rivale il germano?)
 ERENICE
 In questa notte appunto
 a me recar consorte il primo amplesso
 egli dovea; l’ora vicina e d’ombre
1185sparso era il ciel, quand’egli
 ne’ tetti miei, sulle mie soglie e quasi
 sugli occhi miei trafitto... Aimè!... Perdona
 la libertà del pianto...
 Freddo, esanime, esangue,
1190versò da più ferite e l’alma e ’l sangue.
 VINCISLAO
 Come? Morto Alessandro?
 ERNANDO
 Misero prence!
 CASIMIRO
                               (Oh cieco
 furor, dove m’hai tratto? Io fratricida?)
 ERENICE
 Sì, morto è l’infelice; e tosto ch’io
1195ti miri vendicata,
 ti seguirò agli Elisi, ombra adorata.
 VINCISLAO
 S’agita al tribunal de la vendetta
 la mia, non la tua causa.
 Erenice, ov’è il reo?
 ERENICE
                                       Quando tu ’l sappia,
1200avrai cor di punirlo?
 VINCISLAO
 Sia qual si vuol, pronta è la scure; il capo
 vi perderà. Già data,
 data ho l’inesorabile sentenza.
 Giustizia è l’ira ed il rigor clemenza.
 ERENICE
1205Non tel dica Erenice, il cor tel dica,
 tel dica il guardo. Hai l’uccisor presente.
 Quell’orror, quel pallore, (Additando Casimiro che sta confuso)
 quegli occhi a terra fisi,
 il silenzio del labro e più di tutto
1210quel ferro ancor fumante
 de la stragge fraterna a te già grida
 che un figlio del tuo figlio è l’omicida.
 VINCISLAO
 Già cedo al nuovo affanno.
 CASIMIRO
 (O destra! O ferro!) (Si lascia cader lo stile dalla mano)
 ERNANDO
                                        (Miserabil padre!)
 ERENICE
1215Casimiro l’uccise. Ei fece un colpo
 degno di lui. Se nol punisci, o sire,
 avido ancor di sangue
 verrà quello a votar ch’hai ne le vene.
 L’uccisor d’un fratello
1220esserlo può d’un padre.
 Vendetta, o re, vendetta
 di te, di me; ragion, natura, amore
 la dimanda al tuo core.
 Se re, se padre a me negar la puoi,
1225numi del cielo, a voi la chiedo, a voi.
 VINCISLAO
 Parla! Le tue discolpe
 giudice attendo.
 CASIMIRO
                                 Il ciel volesse, o sire,
 che del misfatto enorme,
 come n’è il cor, fosse innocente il braccio.
1230Son reo, son fratricida;
 non ho discolpe, il mio supplicio è giusto,
 io stesso mi condanno, io stesso abborro
 questa vita infelice,
 dal mio re condannata e da Erenice.
 VINCISLAO
1235Va’, principessa, ed a me lascia il peso
 de la commun vendetta.
 ERENICE
 Destra real, ti bacio
 e ’l misero amor mio da te l’aspetta.
 
    Col piacer di vendicarmi,
1240cara spene a consolarmi
 per te riede nel mio cor;
 
    (ma saprò, già vendicata,
 poi seguirti, ombra adorata,
 tutta fede e tutt’amor).