Venceslao, Napoli, Muzio, 1714 (Vincislao)

 SCENA II
 
 ERENICE e poi CASIMIRO
 
 ERENICE
775S’è ver che m’ami Ernando,
 mia beltade, io compiango i tuoi trionfi.
 Fuor del mio sposo, ogn’altra
 tua vittoria detesto, ogn’altro onore;
 né ti chiedo trofei dopo il suo core.
 
780   Sì candida e sì bella
 non è la tortorella
 quanto di questo cor
 la fedeltà.
 
    Né mai fiamma rubella
785il chiaro suo candor
 macchiar potrà.
 
 CASIMIRO
 Felice incontro! Arresta,
 bella Erenice, il piede;
 quel che ti vedi innante,
790non è più Casimiro,
 quell’importuno e quel lascivo amante.
 Egli è il prence e l’erede
 del polonico scettro,
 tuo amator ma pudico e che destina
795te al suo regno e al suo amor moglie e regina.
 ERENICE
 Come? Tu, Casimiro, erede e prence
 del polonico scettro,
 chiedi in moglie Erenice, il vile oggetto
 de l’impuro tuo affetto?
 CASIMIRO
800Sì, principessa, a quella fiamma, ond’arsi,
 purgai quanto d’impuro avea ne l’alma.
 ERENICE
 Vane lusinghe! Io veggio
 ancora in te quell’amator lascivo,
 de l’onor mio nemico,
805non per virtù ma per furor pudico.
 CASIMIRO
 S’errai, fu giovinezza e non disprezzo.
 ERENICE
 E s’io t’odio, è raggione e non vendetta.
 CASIMIRO
 Cancella il pentimento ogni gran colpa.
 ERENICE
 Macchia d’onor non mai si terge e spesso
810insidia è ’l pentimento.
 CASIMIRO
 Sarai mia sposa.
 ERENICE
                                 Io, o Casimiro?
 CASIMIRO
                                                               E meco
 tu regnerai felice.
 ERENICE
 Non troverai Lucinda in Erenice.
 
    Lasciami pur d’amar,
815che ad altri vo’ serbar
 l’alma e la fede.
 
    Non è per te il mio cor,
 sei troppo ingannator,
 no, non ti crede.