Venceslao, Napoli, Muzio, 1714 (Vincislao)

 SCENA PRIMA
 
 Logge.
 
 ERNANDO e poi ERENICE
 
 ERNANDO
710Non molto andrà che d’Erenice in seno
 godrà l’amico; io ’l nodo
 strinsi, affrettai, cor ebbi a farlo; e ’l lodo?
 Lagrime, non uscite.
 ERENICE
 Ernando, a cercar vengo
715nel piacer de’ tuoi lumi
 una parte del mio.
 Io più volte riposi
 il mio cor nel tuo seno, io vel lasciai,
 perché quel di Alessandro in lui trovai.
 ERNANDO
720Ripigliati, Erenice,
 ripigliati il tuo core,
 ch’ei mal soggiorna in compagnia del mio;
 e per solo conforto
 mi lasci nel partir l’ultimo addio.
 ERENICE
725Che? Un ingiusto divieto
 tanto rispetti? E tanto
 temi ne la mia vista
 d’irritar Casimiro?
 ERNANDO
 Altro temo, Erenice; altro sospiro.
 ERENICE
730Che mai?
 ERNANDO
                     Già nel mio core
 son reo. Lascia che almeno
 nel tuo viva innocente.
 ERENICE
 Ancor ten prego! Aprimi il cor, favella.
 ERNANDO
 Sia l’ubbidirti, o bella,
735gran parte di discolpa al mio delitto.
 Parli il labro e ’l confessi,
 se pure a te sinora
 non disser gl’occhi miei che il cor t’adora.
 ERENICE
 Tu scherzi o sì amoroso
740a favor d’Alessandro ancor mi parli.
 ERNANDO
 Chi può mirar quegli occhi e non amarli?
 T’amai dal primo istante in cui ti vidi;
 tel dissi ne l’estremo in cui ti perdo,
 quando al tuo cor nulla più manca e quando
745tutto, tutto dispera il cor d’Ernando.
 ERENICE
 Dov’è virtù, dov’è amistade in terra,
 se la tradisce Ernando?
 M’attendevi tu sposa
 per più offender l’amico?
750Per più macchiar... Ma dove,
 dove il furor mi spinge e mi trasporta?
 Non è capace Ernando
 di tal viltà. Dar fede
 deggio, più che al suo labro, al suo gran core;
755fuor che di gloria, egli non sente amore.
 ERNANDO
 Non sento amor? T’amo, Erenice, t’amo
 ma da amico e da forte.
 Senza desio, senza speranza t’amo...
 ERENICE
 E m’ami, alfin vuoi dirmi,
760ma col cor d’Alessandro, il mio tesoro.
 ERNANDO
 Sì sì, t’amo col suo, col mio t’adoro.
 ERENICE
 Vorresti ancor farmi adirar ma invano.
 ERNANDO
 Temono i rei la loro colpa, io solo
 temo la mia innocenza.
765Voglio esser reo né posso.
 Deh! Più credi, Erenice,
 se ’l nieghi a le mie voci, al tuo sembiante.
 ERENICE
 Vanne. Ti credo amico e non amante.
 ERNANDO
 
    Per saper s’io sono amante
770basta sol per breve instante
 i miei lumi rimirar.
 
    Coi lor guardi afflitti e mesti
 sapran questi
 la mia pena palesar.