Venceslao, Napoli, Muzio, 1714 (Vincislao)

 SCENA XVIII
 
 GILDO e GERILDA
 
 GILDO
 
    Con le donne che son fiere
 e guerriere san di scherma,
580Gildo, ferma!, non conviene,
 non sta bene il litigar.
 
 Sempre mi par d’aver Gerilda innanzi
 che contro me s’avanzi
 con quel ferro spietato;
585ma, cor mio, dov’è andato
 l’innato tuo valore?
 D’una donna hai timore?
 No no, venga e, se armata
 contro me vien sdegnata,
590ci vo’ pugnar ma in modo
 che si deve pugnar con donna imbelle.
 D’ucciderla non godo
 ma la voglio ferir tra pelle e pelle. (S’incontra con Gerilda)
 GERILDA
 Con chi l’hai?
 GILDO
                            Niente, niente,
595cercavo un po’ di pelle
 per farmi rattoppar certe pianelle.
 GERILDA
 Ora il tempo mi pare
 un poco di parlare;
 poiché già sono intesa
600come tu m’hai offesa;
 onde facciam duello
 che vendicar mi vo’.
 GILDO
                                        Un po’ bel bello.
 Sentiamo la caggione.
 GERILDA
 Ti par poca raggione
605l’avermi tu lasciato
 e l’esserti d’Elisa innamorato?
 GILDO
 Tutto questo va bene;
 però se in sorte avviene
 che tu rimanghi uccisa?
 GERILDA
610Tu allor sarai d’Elisa.
 GILDO
 E se... che il ciel non voglia,
 sia detto in fondo al mare,
 nel tempo del pugnare
 in terra ucciso io resto,
615senti che punto è questo,
 allor che morirò,
 né suo né tuo sarò.
 GERILDA
 Ciò non m’importa.
 GILDO
                                       A te
 se non importa, molto importa a me.
620Onde puoi, se ti pare,
 con Elisa pugnare
 e chi di voi vittoriosa resta,
 sarà mia sposa e allor farem la festa.
 GERILDA
 Il pensier non mi spiace.
625E tu fuori vuoi star con la tua pace?
 GILDO
 Che? Non fo bene?
 GERILDA
                                      No.
 Teco pugnare io vo’;
 ma pugnaremo in sorte
 che nessun di noi due abbia la morte.
 GILDO
630Oh! Adesso mi contento.
 GERILDA
 Dunque presto al cimento;
 e le nostre contese
 deciderà una lotta alla francese.
 GILDO
 Sempre si possa far simile guerra;
635non v’è altro mal che dare un bagio in terra.
 GERILDA
 Stringiam destra con destra.
 Uniam piede con piede.
 GILDO
 A quello che si vede
 in ciò tu sei maestra.
 GERILDA
640Chi resta vincitore
 imponerà le leggi al perditore.
 GILDO GERILDA
 A noi. (Incominciano la lotta e nessun cade)
 GILDO
                Hai gran fortezza.
 GERILDA
 Fortezza non ci vuol, basta destrezza. (Seguitano la lotta e Gildo si leva di pianta col piè sinistro)
 Vinto già sei restato.
 GILDO
645Perché?
 GERILDA
                  T’ho il piè spiantato.
 GILDO
 Oh! Questo io non sapevo,
 che in altro caso io non lo movevo.
 GERILDA
 Or via, te la perdono.
 La lotta seguitiam.
 GILDO
                                     (Confuso io sono). (Seguitano la lotta e Gildo cade)
 GERILDA
650Più non resisterai a questo braccio.
 GILDO
 Oh che brutto crepaccio!
 Che poss’essere uccisa
 la lotta alla francese e ancora Elisa.
 GERILDA
 Sorgi, sorgi poltrone,
655che in fare a lotta io ti vo’ dar lezzione.
 
    È bisogno ben piantarsi,
 disinvolto e con bel brio,
 né mostrar d’aver desio
 di finir presto la pugna;
660ma talora si fa bene
 con i moti equilibrarsi,
 perché il tempo alfin sen viene
 l’inimico d’atterrar.
 
    Non è d’uopo d’affannarsi
665e far troppo movimento;
 se il contrario ti repugna,
 così cedi alcun momento,
 che destrezza e non fortezza
 vi bisogna a trionfar.
 
 GILDO
670Tu puoi parlar per una settimana,
 ch’ogni fatiga è vana,
 che non voglio più lotta alla francese
 che lungo lungo in terra già mi stese.
 GERILDA
 Cadesti a tuo dispetto,
675onde ora sei costretto
 prender le leggi della vincitrice.
 GILDO
 Tutto farò ciò che il tuo labro dice.
 GERILDA
 Ascoltami. T’impongo e ti comando
 che sempre che mi senti nominare
680tu ti devi inchinare.
 E se d’Elisa parlerò giammai,
 di quella tu di’ mal ma male assai.
 M’intendesti?
 GILDO
                             T’ho inteso.
 GERILDA
 Dunque già comprendesti?
 GILDO
                                                    Ho già compreso.
 
 GERILDA
 
685   Io son teco disgustata.
 
 GILDO
 
 Caro ben, dimmi, perché?
 
 GERILDA
 
 Tu non provi amor né fé
 per Gerilda.
 
 GILDO
 
                          Mi sei grata.
 
 GERILDA
 
 E ti scordi l’accordato?
 
 GILDO
 
690M’ero già dimenticato. (La saluta)
 
 GERILDA
 
 Di Gerilda il bel visino...
 
 GILDO
 
 Io t’inchino.
 
 GERILDA
 
 Di Gerilda il guardo acuto...
 
 GILDO
 
 Ti saluto.
 
 GERILDA
 
695Di Gerilda il duol profondo...
 
 GILDO
 
 Mi sprofondo.
 
 GERILDA
 
 Non ti destono a pietà.
 
 GILDO
 
 Sì, mi destono a pietà.
 
 GERILDA
 
    È più bella la tua Elisa.
 
 GILDO
 
700Non parlarne, che sia uccisa.
 
 GERILDA
 
 Ha due occhi...
 
 GILDO
 
                              Di lanterna.
 
 GERILDA
 
 Tiene il naso...
 
 GILDO
 
                              Di lucerna.
 
 GERILDA
 
 Ha una bocca...
 
 GILDO
 
                               Di caverna.
 
 GERILDA
 
    Ha il visino
705di Gerilda assai più tondo.
 
 GILDO
 
 Io t’inchino,
 ti saluto e mi sprofondo.
 
 GERILDA
 
 Ha di me più gran beltà.
 
 GILDO
 
 È un’arpia in verità.
 
 Fine dell’atto primo