Venceslao, Napoli, Muzio, 1714 (Vincislao)

 SCENA XIII
 
 GILDO e poi GERILDA
 
 GILDO
355Non so più dove andare,
 non so dove girare,
 non v’è alcun buco in corte
 ove non sono entrato
 e pur Gerilda ognor m’ha seguitato.
360Oh perfida mia sorte,
 tu sei troppo arrabbiata e non t’adulo,
 non so che far per tormela d’appresso.
 GERILDA
 Pur mi sarà permesso
 dirti quattro parole.
 GILDO
365Vosignoria che vuole?
 Mi lasci un poco andare,
 che il medico m’ha detto
 che mi bisogna molto passeggiare,
 perché or ora ho preso
370certo medicamento
 e così provarò miglioramento.
 GERILDA
 E che mal soffri tu?
 GILDO
 Piano con questo tu.
 GERILDA
 Che mal disturba lei?
375Cos’ha vosignoria?
 Molto illustre signor, come si porta?
 Come la sta vosignoria illustrissima?
 Come passa, signor molto eccellente?
 Eccellenza, cos’ha?
 GILDO
                                     (Io non ho niente).
380Dirò, mi sento qua...
 No da quest’altro lato,
 un certo non so che
 che fa sbattermi il core,
 tutto tutto affannato
385e non passa il tremore,
 se non sto al largo e veggo la verdura
 e non si sa cos’è!
 GERILDA
                                 Quest’è paura.
 GILDO
 (Ci ha indovinato). A me paura? A me?
 Che sono...
 GERILDA
                       Or io con te
390non vo’ altercar su ciò.
 Rispondi a me su quel ch’io ti dirò.
 GILDO
 (Aimè! Io ci son colto).
 GERILDA
 Lascio da parte molto
 che dir dovrei, perché hai tu attestato
395il nome di Gerilda esserti ignoto.
 GILDO
 In quanto al nome sol, io mi ci accordo,
 poiché se mal, se mal non mi ricordo
 in un libro l’ho letto;
 ma poi, circa il suo aspetto,
400non l’ho veduto mai
 né giammai ci parlai.
 GERILDA
 Come non la vedesti?
 Come non ci parlasti?
 Se in Lituania amor le promettesti.
405Fedeltà le giurasti
 e ten partisti poi tutto piangente,
 promettendo tornar.
 GILDO
                                        Menti.
 GERILDA
                                                       Chi mente? (Cava la spada)
 GILDO
 Né ment’io per la gola.
 (Vo’ maledir quando ne fu parola).
 GERILDA
410Dunque tu la conosci?
 GILDO
 Mi par...
 GERILDA
                   Non c’è mi par, di’, la conosci?
 GILDO
 (Quel ferro mi spaventa,
 tremo da capo a piè).
 GERILDA
 Tu tremi? E che cos’è?
 GILDO
415Se tu m’hai qui fermato,
 il tremor m’è tornato,
 che me lo disse il medico:
 «Se tu non vuoi tremare,
 camina pur e mai non ti fermare».
 GERILDA
420Qui medico non v’è né medicina.
 Di’, conosci Gerilda?
 GILDO
 Di’ ciò che vuoi ch’io dica
 che il dirò, che in me manca la favella.
 GERILDA
 Gerilda non son io?
 GILDO
                                       Sì che sei quella.
 GERILDA
425Ah infedele! E niegasti...
 GILDO
 Basti, Gerilda, basti.
 GERILDA
 Di conoscermi tu.
 GILDO
 Gerilda, oh dio! non più.
 GERILDA
 Ora ti voglio uccidere.
 GILDO
430Pietà, ben mio, pietà.
 GERILDA
                                          (Mi fa pur ridere).
 GILDO
 
    Infodera, ben mio.
 
 GERILDA
 
 Non voglio infoderar.
 
 GILDO
 
 Ti modera, cor mio.
 
 GERILDA
 
 Non mi vo’ moderar.
 
 GILDO
 
435Io sono già pentito.
 
 GERILDA
 
 Pentito?
 
 GILDO
 
                   E ripentito,
 non farmi più tremar.
 
 GERILDA
 
 Ti voglio sodisfar. (Pone dentro la spada)
 
    Crudel mi fosti.
 
 GILDO
 
                                   È vero.
 
 GERILDA
 
440Pria mi niegasti.
 
 GILDO
 
                                  È vero.
 
 GERILDA
 
 Meco fingesti.
 
 GILDO
 
                             È vero.
 
 GERILDA
 
 Poi ti pentisti.
 
 GILDO
 
                             È vero.
 
 GERILDA
 
 Ora tu m’ami?
 
 GILDO
 
                              A questo
 c’è tempo di pensar.
 
 GERILDA
 
445E il braccio ardito e lesto
 ritorno a sfoderar. (Cava la spada)