Venceslao, Napoli, Muzio, 1714 (Vincislao)

 SCENA VIII
 
 Giardino corrispondente agli appartamenti di Erenice.
 
 ERENICE, poi ALESSANDRO ed ERNANDO
 
 ERENICE
 
    Come va dal bosco al prato
 susurrando il rusignuolo,
 vola l’alma al suo tesor.
 
    E pur dirgli m’è negato:
235«Frena, o caro, il tuo bel duolo,
 sei la pace del mio cor».
 
 Taci Erenice, il caro ben qui giunge;
 e seco è ’l duce, il solo
 testimonio fedel del nostro amore;
240brama sì di goder ma taci, o core.
 ERNANDO
 Bella Erenice!
 ERENICE
                             Invitto Ernando!
 ERNANDO
                                                              (Oh vista!)
 ERENICE
 A l’ombra de’ tuoi lauri
 la comun libertà posa sicura.
 ALESSANDRO
 E de’ tuoi rischi il nostro bene è l’opra.
 ERNANDO
245Se voi lieti non rendo,
 nulla oprai, nulla ottenni. Egli ha gran tempo
 ch’ardono del tuo bello, e ben tu ’l sai,
 Casimiro e Alessandro.
 Questi, temendo il suo rival germano,
250nascose il foco e col mio labro espose
 le sue fiamme amorose;
 l’odio di Casimiro,
 credutomi rival, tutto in me cadde
 e in me sol rispettò l’amor paterno.
255La Moldavia rubella
 mi esentò da la reggia; io vinsi e ’l prezzo
 esser dovea Erenice,
 sol per render voi lieti (e me infelice).
 ERENICE
 Cor generoso e grande!
 ERNANDO
260Godea che a me tenuti
 foste di tanto; Casimiro alora
 fremé, si oppose, minacciò; compiacqui
 al suo furor, tolsi congedo e tacqui.
 ERENICE
 Perfido!
 ERNANDO
                   Or la dimora
265è comune periglio.
 ALESSANDRO
 Ma qual è il tuo consiglio?
 ERNANDO
 Pria che risorga il giorno
 stringavi sposi un maritale amplesso.
 ALESSANDRO
 E poi?
 ERNANDO
                Riparo allora
270non avrà il fatto; al mio consiglio, al nodo
 non disuguale, il padre
 darà l’assenso e del rival germano
 sarà impotente ogni furore o vano.
 ALESSANDRO
 Me fortunato appieno,
275se tu vi assenti.
 ERENICE
                               Oh dio!
 ALESSANDRO
 Che paventi, Erenice?
 ERENICE
 Questo mio così tosto esser felice.
 ALESSANDRO
 Temi il mal, non il bene.
 ERENICE
 Offendo l’onestà.
 ALESSANDRO
                                  Prendi, mia vita,
280sposa mi sei. Ne l’atto sacro invoco
 l’amor, la fede, Ernando.
 ERENICE
 Ti cedo e sposa ecco t’abbraccio.
 ERNANDO
                                                            Parti,
 pria che ’l german qui ti sorprenda.
 ALESSANDRO
                                                                   Addio.
 Verrò cinto da l’ombre
285a trovar pace a te, mia vita, appresso.
 ERNANDO
 (Io fui del mio morir fabro a me stesso).