Venceslao, Foligno, Campana, 1713 (Il fratricida innocente)

 SCENA XIV
 
 GISMONDO frettoloso e li sudetti
 
 GISMONDO
 Tosto, signor, cingi lorica ed elmo,
 rompi ogn’indugio ed arma
 di acciar la destra e di costanza il core.
 VENCESLAO
 Che fia, Gismondo?
 ERENICE
                                       O dei!
 GISMONDO
                                                     Il prence...
 VENCESLAO
1195Morì, per esser giusto
 già finii di esser padre.
 GISMONDO
                                             Ah se riparo
 tu non cerchi al periglio,
 la corona perdesti e non il figlio.
 VENCESLAO
 Che? Vive Casimiro?
 GISMONDO
                                          E vivo il vuole
1200la milizia, la plebe ed il Senato.
 Sono infranti i suoi ceppi,
 fugati i tuoi custodi, al suol gitati
 i funesti apparati e del tumulto
 non ultima è Lucinda.
1205Ognun grida, ognun freme e se veloce
 tu non vi accorri, invano
 freno si cerca al popolo feroce.
 VENCESLAO
 Sì sì, popoli, Ernando,
 Erenice, Lucinda,
1210dover, pietà, legge, natura, a tutti
 soddisferò, soddisferò a me stesso.
 Sieguami ognuno. Il mondo
 apprenderà da me
 ciò che può la pietade in cor di padre,
1215ciò che può la giustizia in cor di re.
 
   L’arte, sì, del bel regnar
 da me il mondo apprenderà.
 
    Ei vedrà che so serbar
 la giustizia e la pietà