Venceslao, Foligno, Campana, 1713 (Il fratricida innocente)

 SCENA VII
 
 LUCINDA
 
 LUCINDA
1050Correte a rivi, a fiumi, amare lagrime.
 Tolto da me lo sposo
 ha l’ultimo congedo.
 Più non lo rivedrò. Barbaro padre!
 Miserabile sposo! Ingiusti numi!
1055Su, lagrime, correte a rivi, a fiumi.
 Ma che giova qui ’l pianto? A l’armi, a l’armi.
 Già che tutto disperi,
 tutto ardisci, o Lucinda. Apriti a forza
 ne la reggia l’ingresso. Ecco già parmi
1060di svenare il tiranno,
 di dar morte a’ custodi,
 di dar vita al mio sposo e di abbracciarlo
 fuori de’ ceppi... Ahi, dove son, che parlo?
 
    Mio cor, che mi sai dir?
1065O vincere o morir,
 sì sì t’intendo.
 
    O morte o un bel contento
 sia il fin del mio tormento,
 io nol contendo.