Venceslao, Foligno, Campana, 1713 (Il fratricida innocente)

 SCENA V
 
 Camera.
 
 VENCESLAO con guardie, poi GISMONDO e poco doppo CASIMIRO e LUCINDA
 
 VENCESLAO
 Nozze più strane e meno attese e quando,
965Polonia, udisti? Onor le chiede, impegno
 le stringe; e questa reggia
 ne serve a l’apparato e le festeggia.
 Ma...
 GISMONDO
             S’avvanza a’ cenni tuoi
 la regal coppia.
 VENCESLAO
                               Venga.
970Tu ciò che imposi ad affrettar t’invia.
 GISMONDO
 Insolite vicende,
 vi figura il pensiero e non v’intende.
 VENCESLAO
 Figlio, in onta a tue colpe
 son padre ancora. Allor che morte attendi,
975agl’imenei t’invito e ti presento
 in Lucinda una sposa.
 Tutt’altro oggi attendevi
 fuor che un tal dono. Abbilo a grado, il chiede
 tuo dover, mio comando e più sua fede.
 LUCINDA
980(Che mai dirà?)
 CASIMIRO
                                 Deh, come
 è possibile, o padre,
 che sì tosto si cangi
 la sorte mia? Dovea morire.
 VENCESLAO
                                                     Eh, lascia
 la memoria funesta.
985Pensa or solo a goder. Tua sposa è questa.
 CASIMIRO
 Caro più de la vita
 m’è ’l dono tuo. Lo accetto,
 non perché tu ma perché amor lo impone;
 e a la bella Lucinda
990non mi sposa il timor ma la ragione.
 LUCINDA
 E di gioia non moro?
 VENCESLAO
                                         Or questa gemma
 confermi a lei la marital tua fede.
 CASIMIRO
 Ma più di questa gemma
 te la confermi il core.
 LUCINDA
995Mio tesoro!
 CASIMIRO
                        Mio ben!
 A DUE
                                           Mio dolce amore!
 
 CASIMIRO
 Padre, con sì bel dono a me due volte
 tu fosti padre.
 LUCINDA
                             E vita
 ti deggio anch’io.
 VENCESLAO
                                  Regina,
 a l’onor tuo si è sodisfatto?
 LUCINDA
                                                   Appieno.
 VENCESLAO
1000Se’ paga?
 LUCINDA
                     In Casimiro
 tutta lieta è quest’alma e più non chiede.
 VENCESLAO
 Egli è tuo sposo ed io serbai la fede.
 LUCINDA
 La fé serbasti.
 VENCESLAO
                             Addio. Null’altro, o sposi,
 qui far mi resta, or che la fé serbai.
1005Ma Casimiro...
 CASIMIRO
                              Padre.
 VENCESLAO
 Deggio altrui pur serbarla. Oggi morrai.