Venceslao, Foligno, Campana, 1713 (Il fratricida innocente)

 SCENA III
 
 Cortile che serve d’atrio alle prigioni.
 
 CASIMIRO solo
 
 CASIMIRO
910Ove siete? Che fate,
 spirti di Casimiro? Io di re figlio,
 io di più regni erede,
 io tra’ marmi ristretto? Io ceppi al piede?
 Vuol il padre ch’io mora? Ahi che farò?
915Ch’io mora? È tanto grave il mio delitto?
 Ah sì, per me cadde il fratel ma cadde
 senza colpa del core.
 Volea morto il rival, ne ha colpa amore.
 
    Ombre squallide, furie d’amor,
920su venite, tormentate,
 lacerate questo cor.
 
    Date morte... Ah no! Fermate
 e lasciate
 tanto solo a me di vita
925che dir possa lagrimando:
 «Cara sposa fedel, io t’ho tradita».