Venceslao, Foligno, Campana, 1713 (Il fratricida innocente)

 SCENA XVII
 
 LUCINDA, VENCESLAO, ERNANDO
 
 LUCINDA
840Nel dì venturo a morte?
 Perdona, o re. Di Casimiro il capo
 con l’amor mio da le tue leggi esento.
 È re di Littuania,
 tal le mie nozze il fanno; e re non dee
845ubbidir l’altrui leggi.
 Rispetta il grado e ’l tuo rigor correggi.
 VENCESLAO
 Regina. Ei re non era
 nel far la colpa; e la sua colpa il trova
 suddito di mie leggi.
850Rispetta il giusto e l’amor tuo correggi.
 LUCINDA
 Questa è, o re, la tua fede?
 Così mi sposi al figlio?
 Misera, e in chi poss’io ripor più spene?
 VENCESLAO
 De la real promessa or mi sovviene.
855Regina, il pianto affrena,
 sposo l’avrai né mancherassi a fede.
 LUCINDA
 Lieta gode quest’alma e più non chiede.
 VENCESLAO
 
    Sì sì, godi che ’l dolce tuo sposo
 potrai lieta nel seno abbracciar;
 
860   quella fede che diedi pietoso
 giusto ancora saprò conservar.