Venceslao, Foligno, Campana, 1713 (Il fratricida innocente)

 SCENA XII
 
 VENCESLAO, poi CASIMIRO
 
 VENCESLAO
670E pur cresce nel seno
 e l’affanno e ’l timor. Qual notte è questa
 in cui sognansi orrori ad occhi aperti?
 Cor di re, cor di padre,
 qual acciar ti trafigge? E qual gran male
675tutto gelar fa nelle vene il sangue?
 Il supplicio de’ rei
 prova quest’alma; e in che vi offesi, o dei?
 CASIMIRO
 
    Dolci brame di vendetta,
 già la vittima caddé.
 
 VENCESLAO
680Sparite, o de la mente
 torbide larve... Figlio...
 CASIMIRO
                                            Padre... (Oh stelle!)
 VENCESLAO
 Che acciaro è quel? Che sangue
 ne stilla ancor? Qual colpo
 mediti? E qual facesti?
685Che orror, che turbamento
 ti sparge il volto?
 CASIMIRO
                                  (Ahi che dirò?)
 VENCESLAO
                                                                Rispondi.
 CASIMIRO
 Signor...
 VENCESLAO
                   Parla.
 CASIMIRO
                                Poc’anzi...
 andai... Venni... L’amore...
 Lo sdegno... Una ne l’altra
690mancan le voci. Attonito rispondo;
 nulla, o padre, dir posso e mi confondo.
 VENCESLAO
 Gran timido è un gran reo.
 Errasti, o figlio, e gravemente errasti.
 Ragion mi rendi or di quel sangue.
 CASIMIRO
                                                                  Questo...
695Prepara pur contro il mio sen, prepara
 le più atroci vendette...
 Questo (il dirò) del mio rivale è sangue;
 sangue è di Ernando.
 VENCESLAO
                                          O dei!
 Ernando è morto?
 CASIMIRO
                                    Ed io,
700io ne fui l’omicida.
 VENCESLAO
 Perfido, Ernando è morto?
 CASIMIRO
                                                   E ragion n’ebbi.
 VENCESLAO
 Di svenarmi in quel core
 ragion avesti? Barbaro, spietato,
 tu pur morrai. Vendicherò...