Venceslao, Palermo, Cichè, 1708

 SCENA ULTIMA
 
 VENCESLAO, ERENICE, ERNANDO, GILDO e detti
 
 VENCESLAO
 Ed è vero? E lo veggio?
 CASIMIRO
1495Padre e signor, ritorno
 volontario a’ tuoi ceppi;
 depongo ancor la spada e piego il capo.
 Solo a questo perdona
 popol fedel; zelo indiscreto il mosse;
1500di me disponi; in me le leggi adempi,
 in me punisci il fallo.
 Fratricida infelice io morir posso,
 non mai figlio rubel, non reo vassallo.
 LUCINDA
 
    Viva, viva Casimiro.
 
 TUTTI
 
1505Viva, viva. (Venceslao va sul trono)
 
 VENCESLAO
 Popoli, da quel giorno, in cui vi piacque
 pormi in fronte il diadema, in man lo scettro,
 resi giustizia e fui
 ministro de le leggi e non sovrano.
1510Ora non fia ch’io chiuda
 con ingiusta pietade e regno e vita.
 Si deve un fratricida
 punir nel figlio. Il condannai. La legge
 re mi trovò, non padre.
1515Voi nol volete; ed ora
 padre, non re mi troverà natura.
 Figlio, ti accosta.
 CASIMIRO
                                 Al soglio
 piego umil le ginocchia. (Casimiro ascende due o tre gradini del trono e s’inginocchia dinanzi al padre)
 LUCINDA
 (Cor, non anche t’intendo).
 VENCESLAO
1520Qual re avesti, Polonia, il raro, il grande
 atto, per cui lo perdi, ora t’insegni.
 Volermi ingiusto è un non voler ch’io regni. (Venceslao si cava la corona di capo in atto di porla su quello del figlio)
 CASIMIRO
 Che fai, signor?
 VENCESLAO
                                Convien
 far cadere la tua testa o coronarla.
 CASIMIRO
1525Mora il figlio e tu regna.
 VENCESLAO
                                               Il re tu sei.
 Col voler di Erenice,
 con la virtù di Ernando,
 il popolo t’acclama. Io reo ti danno
 e assolver non ti posso;
1530or che tu se’ sovrano,
 assolverti potrai con la tua mano. (Venceslao corona il figliuolo al suono di timpani e trombe)
 LUCINDA
 Gioie non mi opprimete. (Preso per mano Casimiro discende con esso lui dal trono)
 CASIMIRO
 La corona io ricevo
 in deposito, o padre, e non in dono.
1535Tu sarai re. Io servo
 le leggi tue publicherò dal trono.
 ERNANDO
 Io pure in te, novo monarca, adoro
 l’alto voler del tuo gran padre.
 CASIMIRO
                                                         Ernando,
 non eredito re gli odi privati.
1540Ti abbraccio, amico. E tu, Erenice, in lui
 da me prendi uno sposo,
 se nel fratello un te ne tolsi.
 ERNANDO
                                                    O sorte!
 ERENICE
 Signor, erra insepolta
 ancor l’ombra amorosa; almen mi lascia
1545pianger l’estinto, anziché il vivo abbracci.
 ERNANDO
 Mi basta or sol che rea
 ne l’amarti non sia la mia speranza.
 ERENICE
 Tutto speri in amor merto e costanza.
 CASIMIRO
 Diletta sposa, cari
1550solo per te mi son la vita e ’l regno.
 LUCINDA
 Tanta è la gioia mia
 che parmi di sognar, mentre ti annodo.
 GILDO
 Col tuo giubilo, o patria, esalto e godo.
 CORO
 
    Vivi e regna fortunato,
1555nostro duce e nostro re.
 
    Te si unisca a far beato
 tempo e sorte, amor e fé.
 
 Fine dell’opera