Venceslao, Palermo, Cichè, 1708

 SCENA VII
 
 VENCESLAO, GILDO, CASIMIRO e LUCINDA
 
 VENCESLAO
 Vanne pur, Gildo, vola,
 al principio dell’opra
 ben corrisponda il fin.
 GILDO
                                           Strane vicende,
 vi figura il pensiero e non v’intende. (Parte)
 VENCESLAO
1180Figlio, in onta a tue colpe
 son padre ancora. Alor che morte attendi,
 agl’iminei t’invito e ti presento
 in Lucinda una sposa.
 Tutt’altro oggi attendevi,
1185fuor che un tal dono. Abbilo a grado. Il chiede
 tuo dover, mio comando e più sua fede.
 LUCINDA
 (Che mai dirà?)
 CASIMIRO
                                 Deh, come
 è possibile, o padre,
 che sì tosto si cangi
1190la sorte mia? Dovea morire...
 VENCESLAO
                                                       Eh, lascia
 la memoria funesta.
 Pensa or solo a goder. Tua sposa è questa.
 CASIMIRO
 Caro più de la vita
 m’è ’l dono tuo, lo accetto
1195no perché tu ma perché amor lo impone;
 e a la bella Lucinda
 non mi sposa il timor ma la ragione.
 LUCINDA
 E di gioia non moro?
 VENCESLAO
                                         Or questa gemma (Dà un anello a Casimiro che poi con esso sposa Lucinda)
 conferma a lei la marital tua fede.
 CASIMIRO
1200Ma più di questa gemma
 te la confermi il core.
 LUCINDA
 Mio tesoro.
 CASIMIRO
                        Mio ben.
 A DUE
                                           Mio dolce amore.
 VENCESLAO
 Sposi, sì casti amplessi
 lasciar si denno in libertà.
 CASIMIRO
                                                  Due volte
1205mi fosti padre.
 LUCINDA
                              E vita
 ti deggio anch’io.
 VENCESLAO
                                  Regina,
 a l’onor tuo si è sodisfatto?
 LUCINDA
                                                   Appieno.
 VENCESLAO
 Se’ paga?
 LUCINDA
                     In Casimiro
 tutta lieta è quest’alma e più non chiede.
 VENCESLAO
1210Egli è tuo sposo ed io serbai la fede.
 LUCINDA
 La fé serbasti.
 VENCESLAO
                             Addio. Null’altro, o sposi,
 qui far mi resta, or che la fé serbai.
 Ma Casimiro...
 CASIMIRO
                              Padre.
 VENCESLAO
 Deggio altrui pur serbarla. Oggi morrai.