Venceslao, Palermo, Cichè, 1708

 SCENA XI
 
 LUCINDA sola
 
 LUCINDA
 Lusinghiamoci ancora
 né disperiam, teneri affetti. L’alma
 del tuo piacer riempi,
 speranza adulatrice;
755e vieni il dolor mio
 di letargo a coprir, se non di oblio.
 
    Spera ancor l’antico nido
 tortorella innamorata.
 
    Forse amor sia meno infido
760e la sorte men spietata.