Venceslao, Palermo, Cichè, 1708

 SCENA IV
 
 CASIMIRO ed ERENICE
 
 CASIMIRO
 Felice incontro. Arresta,
 bella Erenice, il piede.
 Quel che ti vedi innante
575non è più Casimiro,
 quell’importuno e quel lascivo amante.
 Egli è ’l prence e l’erede
 del polonico scettro,
 tuo amator ma pudico e che destina
580te al suo regno e al suo amor moglie e regina.
 ERENICE
 Come? Tu, Casimiro, erede e prence
 del polonico scettro,
 chiedi in moglie Erenice, il vile oggetto
 de l’impuro tuo affetto?
 CASIMIRO
585Sì, principessa, a quella fiamma, ond’arsi,
 purgai quanto d’impuro avea ne l’alma.
 ERENICE
 Vane lusinghe, io veggio
 ancora in te quell’amator lascivo,
 de l’onor mio nemico,
590non per virtù ma per furor pudico.
 CASIMIRO
 S’errai, fu giovanezza e non disprezzo.
 ERENICE
 E s’io t’odio, è raggione e non vendetta.
 CASIMIRO
 Cancella un pentimento ogni gran colpa.
 ERENICE
 Macchia d’onor mai non si terge; e spesso
595insidia è ’l pentimento.
 CASIMIRO
 Sarai mia sposa.
 ERENICE
                                 Io, Casimiro?
 CASIMIRO
                                                            E meco
 tu regnerai felice.
 ERENICE
 Non troverai Lucinda in Erenice.
 
    Lasciami pur d’amar,
600che ad altri vuo’ serbar
 l’alma e la fede.
 
    Non è per te il mio cor,
 sei troppo ingannator,
 no, non ti crede.