Venceslao, Palermo, Cichè, 1708
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Copia
SCENA XIX
CASIMIRO
CASIMIRO
Amor, tu mi vuoi morto
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e d’esserti fedel serbo il costume.
Se in più beltà ti adoro,
con me ti sdegni a torto,
che, se cangio l’altar, non cangio il nume.
Vado cangiando amor,
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perché non stanchi il cor
sempre un pensier.
Varia i suoi giri il ciel,
alterna or caldo or gel
e la costanza è sol
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tiranna del piacer.
Il fine dell’atto primo