Venceslao, Palermo, Cichè, 1708

 SCENA XVIII
 
 VENCESLAO, CASIMIRO, ALESSANDRO, ERENICE, ERNANDO
 
 VENCESLAO
 Al vicin giorno, Ernando,
 si rimetta l’onor de’ tuoi trionfi.
 ERNANDO
465Legge sia de’ miei voti il tuo volere.
 VENCESLAO
 E tu, figlio, ti accingi
 la tua innoccenza a sostener; ma sappi
 che mancano a chi è reo forti difese,
 che retaggio al fallir son le ruine.
470E sempre infausto è de’ superbi il fine.
 
    Tuoni, saette e fulmini
 a incenerir l’orgoglio
 di Salmoneo crudel,
 figlio, sa il ciel vibrar.
 
475   Che contro gl’altri culmini
 non può gemmato soglio
 d’un seno ch’è infedel
 i colpi rintuzzar.