Venceslao, Palermo, Cichè, 1708

 SCENA IV
 
 CASIMIRO e GILDO
 
 GILDO
 Presto, presto, signor.
 CASIMIRO
                                          Che v’è? Che apporti?
 GILDO
95Curiosi rapporti.
 La signora...
 CASIMIRO
                          Erenice?
 GILDO
                                             Ohibò Lucinda.
 CASIMIRO
 È morta?
 GILDO
                     Non è ver.
 CASIMIRO
                                          Siegui il parlare... (Furioso)
 GILDO
 Piano, perché mi fate spiritare.
 CASIMIRO
 Su via.
 GILDO
                Giunta è poc’anzi in questo lido.
 CASIMIRO
100Povero mio Cupido.
 GILDO
 Voi sospirate, ditemi un tantino.
 CASIMIRO
 Taci e dimmi, Lucinda
 vedesti tu?
 GILDO
                        Io stesso
 giunger la vidi entro virile ammanto,
105mentito il sesso e co’ suoi fidi a canto.
 CASIMIRO
 Turbatrice odiosa
 de l’amor mio, costei sen viene e seco
 avrà la fé giurata,
 rinfaccierà dell’onor suo le macchie,
110i promessi imenei,
 chiamerà nel suo pianto uomini e dei.
 GILDO
 Che pensate di far?
 CASIMIRO
                                       Che far poss’io?
 Gli affetti a lei dovuti
 mi ha rapiti Erenice.
 GILDO
                                         Ella sen viene.
 CASIMIRO
115Osserverò s’è dessa.
 GILDO
 Povera prencipessa!