Il Tirsi, Venezia, Nicolini, 1696

 SCENA III
 
 FILENO e TIRSI
 
 FILENO
 Tirsi, benché infedel, forza è ch’io ’l dica,
 hai gran sorte in amor.
 TIRSI
                                             Fileno, appunto
 da l’inconstanza mia vien la mia sorte.
 FILENO
 Merto è dunque una colpa?
 TIRSI
105Pianger per un sol volto e in più sospiri
 divider l’alma è una follia, che solo
 perché troppo si apprezza
 superba è la bellezza.
 FILENO
 Un vero amor si pregia
110di constanza e di fede.
 TIRSI
 Titoli vani, inutili tormenti.
 Dove si vide mai
 pascersi d’un sol fior l’ape ingegnosa?
 Quando cervo assetato
115d’un’onda sola si compiacque? E quando
 l’augel su un ramo solo
 posò le piume a meditarne il volo?
 FILENO
 Te felice, o pastor, cui versa in seno
 senz’altro affanno i suoi contenti amore.
120Misero, io solo peno
 per Corinna che t’ama;
 e ’l tuo amor me la toglie. Ah, volgi altrove
 l’occhio e ’l pensier. Sien di te vaghe quante
 ninfe ha l’Arcadia. Io non t’invidio. Sola,
125sola Corinna...
 TIRSI
                             A Clori
 già rivolti ho gli affetti.
 Non mi avrai più rival. Dal nuovo ardore
 spento è l’antico; e i lacci
 solo cambiai ma non infransi al cuore.
 FILENO
 
130   Lascia d’amar chi adoro;
 poi godi a tuo piacer
 mille beltà.
 
    Né ’l cuor de’ tuoi contenti
 avrà martoro;
135né l’alma al tuo goder
 s’attristerà.