Venceslao, Bologna, Pisarri, 1708 (Il fratricida innocente)

 SCENA IV
 
 GISMONDO, LUCINDA, CASIMIRO
 
 GISMONDO
 Lucinda a te sen viene.
 CASIMIRO
 Lucinda a me? Per qual destino, o dei?
 LUCINDA
 (Secondi amor propizio i voti miei).
 CASIMIRO
 Regina, (dir non oso
975Lucinda, sposa, nomi
 in bocca sì crudel troppo soavi)
 leggo su la tua fronte
 la sorte mia. Tu vieni
 nunzia de la mia morte e spettatrice.
980Di buon cor la ricevo;
 ma la ricevo in pena
 di averti iniquo, o mia fedel, tradita,
 se pur la ria sentenza
 sul labbro tuo morte non è ma vita.
 GISMONDO
985(Desta pietà).
 LUCINDA
                             (Caro dolor!) Custodi,
 al piè di Casimiro
 tolgansi le ritorte.
 GISMONDO
 Lo impone il re.
 CASIMIRO
                                (Che cangiamento è questo?)
 LUCINDA
 Da me la morte attendi?
990Da me, crudel?
 CASIMIRO
                               Da te che offesi.
 LUCINDA
                                                              Ingrato!
 CASIMIRO
 Ben ne ho dolor; ma indegno
 di tua pietade io sono;
 ed or, bella, a’ tuoi piedi
 chiedo la pena mia, non il perdono.
 LUCINDA
995Casimiro, altra pena
 non chiedo a te che l’amor tuo. Del primo
 tuo pianto io son contenta;
 tua nemica non più ma sol tua sono,
 merti il mio perdonarti il tuo perdono.
 GISMONDO
1000Prenci, vi attende il re, non più dimore.
 LUCINDA
 Plachi l’ire del padre il nostro amore.
 CASIMIRO LUCINDA A DUE
 
    Per le porte del tormento
 passan l’anime al gioir.
 
    Sta il contento
1005del cordoglio in sul confine
 né v’è rosa senza spine
 né piacer senza martir.