Venceslao, Bologna, Pisarri, 1708 (Il fratricida innocente)

 SCENA XIII
 
 VENCESLAO, poi CASIMIRO
 
 VENCESLAO
 E pur cresce nel seno
 e l’affanno e ’l timor. Qual notte è questa
 in cui sognansi orrori ad occhi aperti?
700Cor di re, cor di padre,
 quale acciar ti trafigge? E qual gran male
 tutto gelar fa ne le vene il sangue?
 Il supplicio de’ rei
 prova quest’alma; e in che vi offesi, o dei?
 CASIMIRO
 
705   Dolci brame di vendetta
 già la vittima caddé.
 
    Voi dovreste esser più liete
 ma nol siete
 e ’l mio cor non sa perché.
 
 VENCESLAO
710Sparite, o de la mente
 torbide larve... Figlio...
 CASIMIRO
                                            Padre... (Oh stelle).
 VENCESLAO
 Che acciaro è quel? Che sangue
 ne stilla ancor? Qual colpo
 mediti? E qual facesti?
715Che orror, che turbamento
 ti sparge il volto?
 CASIMIRO
                                  (Ahi che dirò?)
 VENCESLAO
                                                                Rispondi.
 CASIMIRO
 Signor...
 VENCESLAO
                   Parla.
 CASIMIRO
                                Poc’anzi...
 andai... Venni... L’amore...
 Lo sdegno... Una ne l’altra
720mancan le voci. Attonito rispondo,
 nulla, o padre, dir posso e mi confondo.
 VENCESLAO
 Gran timido è un gran reo.
 Errasti, o figlio, e gravemente errasti.
 Ragion mi rendi or di quel sangue.
 CASIMIRO
                                                                  Questo...
725Prepara pur contro il mio sen, prepara
 le più atroci vendette...
 Questo (il dirò) del mio rivale è sangue;
 sangue è di Ernando.
 VENCESLAO
                                          O dei!
 Ernando è morto?
 CASIMIRO
                                    Ed io,
730io ne fui l’omicida.
 VENCESLAO
 Perfido, Ernando è morto?
 CASIMIRO
                                                   E ragion n’ebbi.
 VENCESLAO
 Di svenarmi in quel core
 ragione avesti? Barbaro, spietato,
 tu pur morrai. Vendicherò...