Venceslao, Bologna, Pisarri, 1708 (Il fratricida innocente)

 SCENA IX
 
 LUCINDA, CASIMIRO, VENCESLAO
 
 LUCINDA
 O tu, che ancor non veggio
 qual ti deggia chiamar, nemico o amico,
 possibil fia ch’espor tu voglia al fiero
 sanguinoso cimento e fama e vita?
610Dimmi, di’, Casimiro.
 Tu non vergasti il foglio? Ignoto il volto
 t’è di Lucinda e ’l nome?
 Fede non le giurasti? E dir tu ’l puoi,
 tu sostener? Scuotiti alfin. Ritorni
615la perduta ragion. Già per mia bocca
 l’amorosa Lucinda or sì ti dice.
 
    Cara parte di quest’alma,
 torna, torna ad abbracciarmi.
 Sposo amato...
 
 CASIMIRO
 
                              A l’armi, a l’armi.
 
 LUCINDA
 
620   Traditore, più che amore,
 brami piaghe e vuoi svenarmi?
 
 CASIMIRO
 
 A l’armi, a l’armi.
 
 LUCINDA
 Dunque a l’armi, spergiuro.
 Sieguasi il tuo furor; pugnisi. Io meco
625ho la ragion de l’armi,
 meco i numi traditi,
 l’onestà vilipesa, i tuoi spergiuri.
 Su, strigni il ferro; e temi
 le piaghe che ricevi
630ma più quelle che fai. Più del tuo sangue,
 temi il mio sangue e sia
 il tuo rischio maggior la morte mia.
 Ma che dissi mia morte?
 La tua, la tua vogl’io. Perfido, a l’armi.
635Ben saprà questo acciaro
 a quel core infedel farsi la strada.
 CASIMIRO
 (Io volgerò contro costei la spada?)
 LUCINDA
 Che fai? Che miri? Omai
 o ti difendi o ti trafiggo inerme.
 CASIMIRO
640Pugnisi al novo giorno. (Ernando intanto
 andrò a punir di quell’ingrata a canto).
 LUCINDA
 No no, pugna or volesti e pugna or voglio.
 O tu qui cadi od io.
 CASIMIRO
 (Tolgasi quest’inciampo all’amor mio).
645Sei vinto.
 LUCINDA
                     Io cedo, o forte
 di donna vincitor. Dammi la morte.
 CASIMIRO
 Che donna?
 LUCINDA
                         E ancor t’infingi? Or via, mi svena.
 Sia gloria tua l’aver Lucinda uccisa
 dopo averla tradita
650e sia poca fierezza,
 dopo il tradito amor, torle la vita.
 VENCESLAO
 Che sento? Ella è Lucinda?
 CASIMIRO
 Padre, già ’l dissi. Un mentitore è desso.
 Mentì già il grado ed or mentisce il sesso.