Venceslao, Bologna, Pisarri, 1708 (Il fratricida innocente)
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Copia
SCENA XII
CASIMIRO e GISMONDO
CASIMIRO
Amar puossi, Gismondo,
beltà più ingiusta e più superba?
GISMONDO
Prence,
de l’ingrata Erenice
315
si serve amor per gastigarti. Ei gode
che tua pena ora sia l’altrui rigore.
CASIMIRO
Di qual fallo son reo?
GISMONDO
Lo sa il tuo core.
CASIMIRO
Che mai?
GISMONDO
Spergiuri affetti,
giuramenti negletti
320
e promesse d’amor vane e fallaci,
Lucinda amata e poi tradita...
CASIMIRO
Eh taci.
Beltà, che più non piace,
lasciar d’amar si può.
Se il ciel in più sembianti
325
i doni suoi versò,
io perché ingiusto a tanti
un sol ne adorerò?