Venceslao, Bologna, Pisarri, 1708 (Il fratricida innocente)

 SCENA VIII
 
 Atrio di fontane corrispondente agli appartamenti di Erenice.
 
 ERENICE, poi ALESSANDRO ed ERNANDO
 
 ERENICE
 
    Povero cor, tu palpiti,
 presago del tuo duol.
 
    Fra nembi di sospiri
205tu piangi e mai non miri
 di speme un lampo sol.
 
 Taci, Erenice. Il caro ben qui giunge;
 e seco è il duce, il solo
 testimonio fedel del nostro amore;
210brama sì di goder ma taci, o core.
 ERNANDO
 Bella Erenice.
 ERENICE
                             Invitto Ernando.
 ERNANDO
                                                              (O vista!)
 ERENICE
 A l’ombra de’ tuoi lauri
 la comun libertà posa sicura.
 ALESSANDRO
 E de’ tuoi rischi il nostro bene è l’opra.
 ERNANDO
215Se voi lieti non rendo,
 nulla oprai, nulla ottenni. Egli ha gran tempo
 ch’ardono del tuo bello, e ben tu ’l sai,
 Casimiro e Alessandro.
 Questi temendo il suo rival germano
220nascose il fuoco e col mio labbro espose
 le sue fiamme amorose.
 L’odio di Casimiro,
 credutomi rival, tutto in me cadde
 e in me sol rispettò l’amor paterno.
225La Moldavia rubella
 mi esentò da la reggia. Io vinsi e ’l prezzo
 esser dovea Erenice,
 sol per render voi lieti (e me infelice).
 ERENICE
 Cor generoso!
 ALESSANDRO
                             E grande!
 ERNANDO
230Godea che a me tenuti
 foste di tanto. Casimiro allora
 fremé, si oppose, minacciò. Compiacqui
 al suo furor, tolsi congedo e tacqui.
 ERENICE
 Perfido!
 ERNANDO
                   Or la dimora
235è comune periglio.
 ALESSANDRO
 Ma quale è il tuo consiglio?
 ERNANDO
 Ne la vicina notte
 datevi fé di sposi.
 ALESSANDRO
                                   E poi?
 ERNANDO
                                                  Riparo
 non avrà ’l fatto. Al mio consiglio, al nodo
240non disuguale, il padre
 darà l’assenso; e del rival germano
 sarà impotente ogni furore o vano.
 ALESSANDRO
 Me fortunato appieno,
 se tu vi assenti.
 ERENICE
                               Oh dio!
 ALESSANDRO
245Che paventi, Erenice?
 ERENICE
 Questo mio così tosto esser felice.
 ALESSANDRO
 Temi il mal, non il bene.
 ERENICE
 Offendo il grado mio.
 ALESSANDRO
                                          Prendi, mia vita,
 sposa mi sei. Ne l’atto sacro invoco
250l’amor, la fede, Ernando.
 ERENICE
 Ti cedo e sposa ecco ti abbraccio.
 ERNANDO
                                                              Parti,
 pria che ’l german qui ti sorprenda.
 ALESSANDRO
                                                                   Addio.
 Verrò cinto da l’ombre
 a darti il primo maritale amplesso.
 ERNANDO
255(Io fui del mio morir fabbro a me stesso).
 ALESSANDRO
 
    Col pensier che mia tu sei,
 già contento il cor mi par.
 
    E sì dolce è un tal momento
 che di morte anche il tormento
260è capace a consolar.