Venceslao, Milano, Malatesta, 1705

 SCENA XVIII
 
 Luogo magnifico con trono reale.
 
 CASIMIRO, LUCINDA, popoli, soldati escono al suono di militari strumenti
 
 LUCINDA, POPOLI
 
    Viva e regni Casimiro.
 Viva, viva.
 
 CASIMIRO
1420Duci, soldati, popoli, Lucinda, (Con spada alla mano)
 qual zelo v’arma? Qual furor vi muove?
 Dunque in onta del padre
 vivrò più reo? Dovrò la vita al vostro
 tumultuoso amore?
1425Dopo un german con minor colpa ucciso,
 ucciderò con più mia colpa un padre?
 Non è questa la vita
 ch’io chieder posso. Ah prima
 rendetemi i miei ceppi,
1430traetemi al supplizio; e quando ancora
 v’è chi si opponga, questo,
 sì, questo acciar trafiggerammi; in pena
 del mio, del vostro eccesso
 io ’l carnefice sol sarò a me stesso.
1435E tu datti alfin pace,
 mio solo amor, mio sol dolore, in questa
 sorte mia dispietata,
 raro esempio di fé, sposa adorata.
 LUCINDA
 
   Non dir di amarmi più,
1440anima senza fé, senza pietà.
 
    Tu amor per me non hai
 né tu l’avesti mai.
 Perché con me? Perché tanta empietà?