Venceslao, Milano, Malatesta, 1705

 SCENA IX
 
 Galleria di statue.
 
 ERENICE ed ERNANDO con ferro in mano
 
 ERENICE
 Tutta cinta è dal popolo feroce
1245la sarmatica reggia. Ognun la vita
 chiede di Casimiro.
 Teco fra lor passai; né fu chi ’l guardo
 torvo a noi non volgesse. Ancor nel petto
 mi trema il cor.
 ERNANDO
                                Sì tosto
1250si avvilisce il tuo sdegno!
 ERENICE
 No no, mora il crudele e pera il regno.
 ERNANDO
 Pera anche il re; ma ’l colpo
 esca da la tua mano.
 ERENICE
 Io svenar Venceslao!
 ERNANDO
1255Sì, quelle son le regie stanze.
 ERENICE
                                                       Ernando,
 cerco vendetta e non infamia.
 ERNANDO
                                                        Il ferro,
 che dee passar nel sen del figlio, ha prima
 in quel del padre a ripassar. Che importa
 che tu ’l comandi o ’l vibri!
 ERENICE
1260Come! Val tanto adunque
 d’un reo la vita?
 ERNANDO
                                 Parmi
 tutta incendio e tutt’armi
 veder la reggia. Ahi dove andranno, dove
 l’ire a cader? Su te cadran, su te,
1265misera patria e miserabil re.
 ERENICE
 Ma che dee farsi!
 ERNANDO
                                   Al sol pensarvi io tremo,
 sudo, mi agghiaccio. Io primo offeso, io prima
 rinunzio a la vendetta e getto il ferro;
 generosa Erenice,
1270nel tuo dolor la tua cagione ascolta;
 a la patria, al monarca, a la tua gloria
 con sì bella vendetta
 meglio noi placherem l’ombra diletta.
 ERENICE
 Io dar perdono? Ernando...
 ERNANDO
1275S’apre l’uscio real. Vanne ed implora
 al regio piè...
 ERENICE
                           Vuo’ pensar meglio ancora.
 
    Qual senza stella
 la navicella
 ondeggia l’anima
1280e non ha pace.
 
    Ragion disanima
 la sua vendetta,
 pietà l’alletta,
 rigor le piace.