Venceslao, Milano, Malatesta, 1705

 SCENA XI
 
 CASIMIRO, ERENICE e GISMONDO
 
 GISMONDO
 Erenice offendesti.
 ERENICE
 Prence. (A Casimiro)
 CASIMIRO
                  Mia cara.
 ERENICE
                                      Anche per te sia questo
 l’ultimo addio che da Erenice or prendi.
 CASIMIRO
295Come?
 ERENICE
                 L’amor di Ernando
 grave offesa è al tuo grado.
 L’amor di Casimiro
 più grave offesa è a l’onor mio.
 CASIMIRO
                                                          Perché?
 ERENICE
 Erenice è vassalla e tu sei re.
 GISMONDO
300(Si vendica di Ernando).
 CASIMIRO
 Tua beltade ha l’impero
 sul cor di Casimiro.
 ERENICE
                                       Il mio divieto
 dunque ti sia comando.
 CASIMIRO
 Questo è ’l tuo sol comando,
305cui ubbidir non posso.
 ERENICE
 Che dunque brami?
 CASIMIRO
                                        Amore.
 ERENICE
 Questo è ’l tuo sol disio
 cui né ubbidir né compiacer poss’io.
 
    Meco non giova il fingere,
310non giova il sospirar;
 
    usa lusinghe e vezzi,
 tenta minaccie e sprezzi,
 no, non ti posso amar.