Gl’inganni felici, Venezia, Pasquali, 1744

 SCENA ULTIMA
 
 ORONTA, SIFALCE, ARBANTE e i suddetti
 
 ORONTA
 Principessa, a’ tuoi piedi eccoti Oronta.
 Per mia bocca già Orgonte,
 or mio sposo e pentito, e seco Arbante
1395ti chiedono perdon de’ lor delitti;
 e al real genitor per me tu il chiedi.
 AGARISTA
 Amica Oronta, un dì sì lieto e caro
 non si turbi dagli odi; e tu, mio padre,
 perdona, io te ne prego,
1400agli errori di Orgonte e a quei di Arbante.
 CLISTENE
 Agarista, non più. Basta un tuo prego,
 basta il merto di Oronta
 a vincer del mio sen tutti i rancori;
 né giusto è che lo sdegno
1405venga a turbar così felici amori.
 SIFALCE
 Dalle tue grazie vinto...
 ARBANTE
 E dal rossor delle mie colpe...
 SIFALCE, ARBANTE A DUE
                                                       Io taccio.
 CLISTENE
 Ed io, in segno di affetto, ambi vi abbraccio.
 SIFALCE
 E voi pur condonate, anime illustri,
1410un delirio d’amor.
 AGARISTA, ARMIDORO A DUE
                                    L’idolo mio
 stringendo al seno ogni vendetta obblio.
 CLISTENE
 Gl’imenei fortunati
 non si ritardin più.
 ARMIDORO
                                      Vuoi tu ch’io sia
 Armidoro o Demetrio?
 AGARISTA
                                             Entrambi i nomi,
1415perché tuoi, mi son cari.
 BRENNO
 Son finiti gli affanni.
 ARMIDORO, SIFALCE A DUE
 Oh dolci pene!
 AGARISTA, ORONTA A DUE
                              Ed oh felici inganni!
 A QUATTRO
 
    Fuggite dal core,
 noiose mie pene.
 
 AGARISTA, ORONTA
 
1420   Già stringo...
 
 SIFALCE, ARMIDORO
 
                              Già annodo...
 
 A QUATTRO
 
 La candida mano...
 
 AGARISTA, ORONTA
 
 Che sola stringea...
 
 SIFALCE, ARMIDORO
 
 Che sola tenea...
 
 A QUATTRO
 
 Quest’alma in catene.
 
 Il fine degl’«Inganni felici»