Venceslao, Firenze, Vangelisti, 1704 (Vincislao)

 SCENA VIII
 
 LUCINDA
 
 LUCINDA
1145Correte a rivi, a fiumi, amare lagrime.
 Tolto da me lo sposo
 ha l’ultimo congedo.
 Più non lo rivedrò. Barbaro padre!
 Miserabile sposo! Ingiusti numi!
1150Su, lagrime, correte a rivi, a fiumi.
 Ma che giova qui il pianto? All’armi, all’armi,
 già che tutto disperi,
 tutto ardisci, o Lucinda. Apriti a forza
 nella reggia l’ingresso. Ecco già parmi
1155di svenare il tiranno,
 di dar morte a’ custodi,
 di dar vita al mio sposo e d’abbracciarlo
 fuori de’ ceppi... Ah dove son? Che parlo?
 
    Vaneggia la spene,
1160delira l’affetto
 e intanto il mio bene
 a morte sen va.
 
    Lo salvo pietosa,
 lo abbraccio amorosa
1165e ancora ristretto
 fra’ ceppi egli sta.