Venceslao, Firenze, Vangelisti, 1704 (Vincislao)

 SCENA VI
 
 CASIMIRO, LUCINDA e VINCISLAO
 
 CASIMIRO
 De’ più illustri sponsali
1045questa è la reggia.
 LUCINDA
                                    E qui t’attende il padre.
 VINCISLAO
 Figlio, in onta a tue colpe
 son padre ancora. Allor che morte attendi,
 agl’imenei t’invito e ti presento
 in Lucinda una sposa.
1050Tutto altro oggi attendevi
 fuorché un tal dono. Abbilo a grado, il chiede
 tuo dover, mio comando e più sua fede.
 LUCINDA
 (Che mai dirà?)
 CASIMIRO
                                 Deh, come
 è possibile, o padre,
1055che sì tosto si cangi
 la sorte mia? Dovea morir...
 VINCISLAO
                                                     Eh, lascia
 la memoria funesta,
 pensa or solo a goder. Tua sposa è questa.
 CASIMIRO
 Caro più della vita
1060m’è il dono tuo. Lo accetto,
 non perché tu ma perché amor l’impone
 e alla bella Lucinda
 non mi sposa il timor ma la ragione.
 LUCINDA
 E di gioia non moro?
 VINCISLAO
                                         Or questa gemma
1065confermi a lei la marital tua fede. (Le dà un anello)
 CASIMIRO
 Ma più di questa gemma
 te la confermi il core.
 LUCINDA
 Mio conforto.
 CASIMIRO
                            Mio ben.
 A DUE
                                               Mio dolce amore.
 VINCISLAO
 Sposi, sì casti amplessi
1070lasciar si denno in libertà.
 CASIMIRO
                                                  Due volte
 mi fosti padre.
 LUCINDA
                              E vita
 ti deggio anch’io.
 VINCISLAO
                                  Regina,
 all’amor tuo si è sodisfatto?
 LUCINDA
                                                    Appieno.
 VINCISLAO
 Se’ paga?
 LUCINDA
                     In Casimiro
1075tutta lieta è quest’alma e più non chiede.
 VINCISLAO
 Egli è tuo sposo ed io serbai la fede.
 LUCINDA
 La fé serbasti.
 VINCISLAO
                             Addio. Null’altro, o sposi,
 qui far mi resta, or che la fé serbai;
 ma Casimiro...
 CASIMIRO
                              Padre.
 VINCISLAO
1080Deggio altrui pur serbarla. Oggi morrai.