Venceslao, Firenze, Vangelisti, 1704 (Vincislao)

 SCENA XIV
 
 ERENICE e detti
 
 ERENICE
 Signor, che il tuo potere (A’ piedi di Vincislao)
 fra giustizia e pietà libri egualmente,
750difensor delle leggi,
 scudo dell’innocenza,
 giusto re, giusto padre, ecco a’ tuoi piedi,
 principessa dolente,
 chiedo la mia vendetta,
755chiedo la tua, lagrime chiedo e sangue;
 ti vo’ giudice e padre. Ah, rendi al mondo
 a pro del giusto ed a terror dell’empio
 di virtù, di fortezza un raro esempio.
 VINCISLAO
 Sorgi, Erenice, e la vendetta attendi
760che il tuo dolor mi chiede.
 ERENICE
 Qual io sia, ben t’è noto.
 VINCISLAO
                                               A’ tuoi grand’avi
 quel diadema ch’io cingo ornò le tempia.
 ERENICE
 Senz’offenderti, o sire,
 amar potea l’un de’ tuoi figli?
 VINCISLAO
                                                        Amore
765non è mai colpa, ove l’oggetto è pari.
 ERENICE
 Del pari ambo i tuoi figli
 per me avvampar; ma il foco
 fu senso in Casimiro,
 fu virtù in Alessandro;
770piacque ’l pudico amante, odiai l’impuro.
 Amor che strinse i cori
 strinse le destre e fu segreto il nodo
 per tema del rival, non per tua offesa.
 CASIMIRO
 (Mio rivale il germano?)
 ERENICE
775In questa notte appunto
 a me recar consorte il primo amplesso
 egli dovea; l’ora vicina e d’ombre
 sparso era il ciel, quand’egli
 ne’ tetti miei, sulle mie soglie e quasi
780sugli occhi miei trafitto... Aimè... Perdona
 la libertà del pianto...
 Freddo, esanime, esangue
 versò da più ferite e l’alma e ’l sangue.
 VINCISLAO
 Come? Morto Alessandro?
 ERNANDO
785Misero prence!
 CASIMIRO
                               (O cieco
 furor, dove m’hai tratto? Io fratricida?)
 ERENICE
 Sì, morto è l’infelice; e tosto ch’io
 ti miri vendicata,
 ti seguirò agli Elisi, ombra adorata.
 VINCISLAO
790S’agita al tribunal della vendetta
 la mia, non la tua causa.
 Erenice, ov’è il reo?
 ERENICE
                                       Quando tu ’l sappia,
 avrai cor da punirlo?
 VINCISLAO
 Sia qual si vuol, pronta è la scure; il capo
795vi perderà. Già data,
 data ho l’inesorabile sentenza,
 giustizia è l’ira ed il rigor clemenza.
 ERENICE
 Non tel dica Erenice, il cor tel dica,
 tel dica il guardo; hai l’uccisor presente.
800Quell’orror, quel pallore,
 quegli occhi a terra fisi,
 lo stupor de le membra,
 il silenzio del labro e più di tutto
 questo ferro fumante
805della strage fraterna a te già grida
 che un figlio del tuo figlio è l’omicida.
 VINCISLAO
 Già cedo al nuovo affanno.
 CASIMIRO
                                                   (O destra, o ferro).
 ERNANDO
 (Miserabile padre).
 ERENICE
 Casimiro l’uccise. Ei fece un colpo
810degno di lui. Se nol punisci, o sire,
 avido ancor di sangue
 verrà quello a votar ch’hai nelle vene.
 L’uccisor d’un fratello
 esserlo può d’un padre.
815Vendetta, o re, vendetta
 di te, di me; ragion, natura, amore
 la dimanda al tuo core.
 Se re, se padre a me negar la puoi,
 numi del cielo, a voi la chiedo, a voi.
 VINCISLAO
820Parla, le tue discolpe (A Casimiro)
 giudice attendo.
 CASIMIRO
                                 Il ciel volesse, o sire,
 che del misfatto enorme,
 come n’è ’l cor, fusse innocente il braccio.
 Son reo, son fratricida;
825non ho discolpe, il mio supplizio è giusto;
 io stesso mi condanno, io stesso aborro
 questa vita infelice,
 dal mio re condannata e da Erenice.
 VINCISLAO
 Va’, principessa, ed a me lascia il peso
830della comun vendetta.
 ERENICE
 Destra real, ti bacio
 e ’l misero amor mio da te l’aspetta.
 
    Ricordati che padre
 tu sei ma tutto amor
835del figlio esangue.
 
    Contenta allor morrò
 che ’l barbaro vedrò
 spargere il sangue.