Venceslao, Firenze, Vangelisti, 1704 (Vincislao)

 SCENA XI
 
 Appartamenti di Casimiro.
 
 GISMONDO e poi VINCISLAO. Notte
 
 GISMONDO
 La notte avanza e il prence
690non viene ancora. Ei solo
 col suo furor rimase,
 torbido, minaccioso
 e rivale e geloso.
 VINCISLAO
 Gismondo, ov’è il mio figlio?
 GISMONDO
                                                       Io qui l’attendo.
 VINCISLAO
695O dio, l’alma presaga
 m’è di sventure e per Ernando io temo.
 GISMONDO
 (Ancor non vien).
 VINCISLAO
                                   Gismondo,
 chiamisi tosto il duce Ernando.
 GISMONDO
                                                           Al cenno
 affretto il piè veloce.
700(Temo anch’io l’ire di un amor feroce).