Venceslao, Firenze, Vangelisti, 1704 (Vincislao)
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Copia
SCENA XI
CASIMIRO, ERENICE e GISMONDO
GISMONDO
Erenice offendesti.
(A Casimiro)
ERENICE
280
Prence.
CASIMIRO
Mia cara.
ERENICE
Anche per te sia questo
l’ultimo addio che da Erenice or prendi.
CASIMIRO
Come?
ERENICE
L’amor d’Ernando
grave offesa è al tuo grado.
L’amor di Casimiro
285
più grave offesa è all’onor mio.
CASIMIRO
Perché?
ERENICE
Erenice è vassalla e tu sei re.
GISMONDO
(Si vendica d’Ernando).
CASIMIRO
Tua beltade ha l’impero
sul cor di Casimiro.
ERENICE
Il mio divieto
290
dunque ti sia comando.
CASIMIRO
Questo è ’l tuo sol comando
cui ubbidir non posso.
ERENICE
Che dunque brami?
CASIMIRO
Amore.
ERENICE
Questo è ’l tuo sol desio
295
cui né ubbidir né compiacer poss’io.
Meco non giova il fingere,
non giova il sospirar.
Usa lusinghe e vezzi,
tenta minacce e sprezzi,
300
no, non ti posso amar.