Venceslao, Firenze, Vangelisti, 1704 (Vincislao)

 SCENA VIII
 
 Giardino corrispondente agli appartamenti d’Erenice.
 
 ERNANDO, ALESSANDRO e ERENICE
 
 ERNANDO
 Bella Erenice.
 ERENICE
                             Invitto Ernando.
 ERNANDO
                                                              (O vista!)
 ERENICE
 All’ombra de’ tuoi lauri
200la comun libertà posa sicura.
 ALESSANDRO
 E de’ tuoi rischi il nostro bene è l’opra.
 ERNANDO
 Se voi lieti non rendo,
 nulla oprai, nulla ottenni. Egli ha gran tempo
 ch’ardono del tuo bello, e ben tu ’l sai,
205Casimiro e Alessandro;
 questi temendo il suo rival germano
 nascose il foco e col mio labro espose
 le sue fiamme amorose.
 L’odio di Casimiro,
210credutomi rival, tutto in me cadde
 e in me sol rispettò l’amor paterno.
 La Moldavia rubella
 mi esentò dalla reggia. Io vinsi e ’l prezzo
 esser dovea Erenice
215sol per render voi lieti (e me infelice).
 ERENICE
 Cor generoso.
 ALESSANDRO
                            E grande.
 ERNANDO
 Godea che a me tenuti
 foste di tanto. Casimiro allora
 fremé, si oppose, minacciò; compiacqui
220al suo furor; tolsi congedo e tacqui.
 ERENICE
 Perfido!
 ERNANDO
                   Or la dimora
 è comune periglio.
 ALESSANDRO
 Ma qual è il tuo consiglio?
 ERNANDO
 Pria che risorga il giorno
225stringavi sposi un maritale amplesso.
 ALESSANDRO
 E poi?
 ERNANDO
                Riparo allora
 non avrà il fatto; al mio consiglio, al nodo
 non disuguale, il padre
 darà l’assenso e del rival germano
230sarà impotente ogni furore o vano.
 ALESSANDRO
 Me fortunato appieno,
 se tu vi assenti.
 ERENICE
                               O dio!
 ALESSANDRO
 Che paventi, Erenice?
 ERENICE
 Questo mio così tosto esser felice.
 ALESSANDRO
235Temi il mal, non il bene.
 ERENICE
 Offendo l’onestà.
 ALESSANDRO
                                  Prendi, mia vita,
 sposa mi sei. Nell’atto sacro invoco
 l’amor, la fede, Ernando.
 ERENICE
 Ti cedo e sposa ecco t’abbraccio.
 ERNANDO
                                                            Parti,
240pria che ’l german qui ti sorprenda.
 ALESSANDRO
                                                                   Addio.
 Verrò cinto dall’ombre
 a trovar pace a te, mia vita, appresso.
 ERNANDO
 (Io fui del mio morir fabro a me stesso).
 ALESSANDRO
 
    Perché so che mie già siete,
245care luci amorosette,
 con piacer vi dico addio.
 
    Da voi parto sì contento
 che in lasciarvi più non sento
 il poter dell’amor mio.